Il superbatterio “New Delhi” è arrivato in Italia. Due casi sono stati infatti registrati nel nostro paese. La situazione, sebbene non desti allarme è costantemente monitorata dagli esperti.
Cerchiamo di capire insieme cosa si nasconde sotto il nome del superbatterio, il quale spaventa molto perché resistente agli antibiotici. Il suo nome di utilizzo comune deriva dal suo luogo di origine, l’India, dove per la prima volta è stato isolato. Scientificamente conosciuto come NDM-1, questo batterio è particolarmente resistente a diversi tipi di farmaco.
Sono davvero pochi gli antibiotici in grado di combatterlo: la colistina, dai forti effetti collaterali, e la tigeciclina, che però non sembra efficace in tutti i casi presi in esame. Al momento la diffusione del batterio rappresenta, al pari dello scorso ottobre, una semplice preoccupazione. Anche se fino ad ora, va sottolineato, non erano stati riscontrati casi in Italia. Il superbatterio si è diffuso ultimamente in Europa, con una particolare incidenza in Gran Bretagna, dove risiedono i due terzi della popolazione mondiale colpita, Stati Uniti e Canada
Il direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza, spiega il diffondersi dell’ NDM-1 in Europa.
La comparsa del superbatterio in Gran Bretagna è in parte anche dovuta a un fenomeno di delocalizzazione degli interventi chirurgici, per cui si effettuano in India interventi, per esempio di chirurgia estetica, molto costosi in Gran Bretagna.
E per ciò che riguarda il nostro paese spiega:
Si registrano solo un paio di casi di contagio, in persone di ritorno da viaggi all’estero, e non c’è ancora una vera diffusione del superbatterio, che può provocare polmonite, setticemia e infezioni. Si tratta di una situazione di allerta e il fenomeno è costantemente monitorato.
Come spiegato esaustivamente anche presso il sito dell’ISS, la preoccupazione riguardante il superbatterio “New Delhi” risiede soprattutto nella sua resistenza ai carbapenemici, considerati gli antibiotici più potenti attualmente a disposizione. Questo particolare tipo di resistenza nasce spesso dallo scorretto utilizzo che si fa degli antibiotici, favorendo così la resistenza dei batteri agli stessi. Una delle motivazioni per le quali l’AIFA , l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha lanciato la campagna “Antibiotici. Difendi la tua difesa. Usali con cautela”, in con la collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità ed il patrocinio del Ministero della Salute.
Fonte: Corriere della Sera