Sin dalla sua nascita ai primi di aprile, l’influenza H1N1 ha infettato oltre un milione di persone in tutto il mondo. I suoi sintomi, che sono simili a quelli dell’influenza stagionale, possono includere febbre, mal di testa, tosse, starnuti, mal di gola e dolori articolari o muscolari, che possono durare fino a una settimana. Un numero significativo di persone infettate dal virus hanno inoltre riferito attacchi di diarrea e vomito. Tutte cose che potrebbero confondere una diagnosi non accurata.
Farmaci antivirali come Tamiflu e Relenza sono stati efficaci per curare o almeno ridurre la durata della malattia, ma per essere più utili, devono essere somministrati entro 12-48 ore dall’insorgenza dei sintomi. Questo potrebbe essere un problema visto che l’identificazione del virus da colture cellulari tradizionali può richiedere giorni, e la rapida individuazione dei sintomi può aver bisogno di 30 minuti o meno, senza però far pensare che si tratti di H1N1.
Il Center for Disease Control (CDC) ha studiato i test clinici utilizzati per individuare il virus attraverso le analisi di laboratorio di tre società: Binax Inc., Becton, Dickinson & Co., e Quidel Corp. Dei tre, il Quidel ha offerto la prestazione migliore, individuando il 69% delle infezioni. La Becton, Dickinson & Co. l’ha rilevata nel 49% dei casi e la Binax solo nel 40%. Tutti però riuscivano a valutare più facilmente l’influenza stagionale rispetto a quella suina.
Questi risultati indicano che, anche se un risultato positivo può essere utilizzato per decidere quale terapia seguire, un risultato negativo non esclude l’infezione con il virus A H1N1
spiegano gli autori della ricerca. Questi risultati non sono del tutto inaspettati. Un recente studio pubblicato sul Journal of Clinical Virology ha rilevato che al primo colpo vengono scoperte solo il 10% delle infezioni da H1N1, e si sale solo al 40% ad un secondo tentativo. I test diagnostici rapidi sbagliano a valutare l’influenza, che potrebbe essere invece scoperta da un più sofisticato laboratorio di cultura, ha affermato Christine C. Ginocchio, Direttore della Divisione di microbiologia, virologia e diagnostica molecolare presso il North Shore-Long Island Jewish Health System di Lake Success, NY. I ricercatori della marina militare invece hanno descritto che i test rapidi rilevano solo la metà delle infezioni seguendo una tecnica più sensibile della precedente.
Tuttavia, i produttori dei test sostengono che i loro prodotti sono ottimi se utilizzati in modo appropriato. Secondo il Vicepresidente della Quidel, il loro test potrebbe rilevare l’80% delle infezioni se effettuato direttamente su un tampone nasale. Il problema è che questi test non sono usati correttamente. Non si sa da che parte stia la ragione, ma una cosa è certa: questa influenza ha mandato in tilt tutte le certezze del mondo scientifico, ed un’attenta e più accurata ricerca potrebbe evitare guai peggiori.
[Fonte: Health News]