Si sono conclusi ieri i controlli sui neonati ipoteticamente venuti a contatto con il bacillo della tubercolosi presso il Policlinico romano Agostino Gemelli a causa della presenza, nel nido del reparto neonatale, di un infermiera infetta. Il numero definitivo dei contagiati alla fine del monitoraggio è salito alle 96 unità. All’interno del programma di analisi sono rientrati anche tutti i neonati nati dal gennaio del 2011. Intanto nel “mucchio” si alza anche la voce di Giulia Bongiorno, onorevole ed avvocato, tra i genitori dei bimbi sottoposti a controllo.
Nella giornata di ieri, quella conclusiva, nuovi 17 casi sono risultati positivi. Dopo una serie di analisi specifiche anche loro dovranno essere sottoposti alla corretta profilassi antibiotica al fine di evitare uno svilupparsi della malattia. Nello specifico si parla di dieci maschi e sette femmine, nati per lo più ad aprile e a luglio.
La media di contagiò è stata calcolata pari all’8,5% del totale dei test effettuati. Commenta la presidente della Regione Lazio Renata Polverini:
Si è trattata di una esperienza di grandissima complessità sia per il numero di soggetti esposti coinvolti, che per la tempestività con cui si è riusciti a dare una risposta. Esiste infatti, un solo caso equiparabile, avvenuto a New York nel 2003, quando 613 neonati furono esposti al micobatterio della tbc e solo 227 furono rintracciati e sottoposti al test, cioè il 37% dei bambini interessati. Nel nostro caso, invece, in 12 giorni i neonati sottoposti al test sono stati pari all’83% del totale.
Dalla regione sottolineano che per ciò che concerne le famiglie che non è stato possibile contattare, verranno prima di tutto prolungati gli avvertimenti telefonici, salvo passare al telegramma e ove questo non sortisse effetto verrebbe avvallato l’utilizzo di autorità competenti in materia. Dal 5 settembre come struttura di riferimento rimarrà solo il policlinico Gemelli, dando modo di effettuare il test a tutti quei bambini i quali genitori hanno avuto la necessità di posticipare la visita.
Intanto, tramite la stampa, si alza la voce dll’avv. Giulia Bongiorno, madre di Ian, nato a gennaio presso il nosocomio. Fortunatamente il suo bambino è stato trovato negativo al test ma alla sua voglia di verità si è aggiunta quella di altri genitori che l’hanno contattata per fini legali. Non è da escludere la possibilità di una class action.
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