Dolore cronico. Solo chi ne soffre sa quanto questo influenzi negativamente la qualità della vita, propria oltre che dei familiari che condividono questa sofferenza per molti aspetti considerabile “inutile”, perché trattabile. Il problema però è proprio quello della terapia. Finora l’approccio è stato sbagliato e nonostante sia stata divulgata a tal proposito una legge specifica (Legge 38 del 15 Marzo 2010) ancora non vi è un’adeguata applicazione. Soprattutto manca la giusta informazione al riguardo.
Il dolore non permette di svolgere normali attività quotidiane, siano esse faccende domestiche che professionali: un’artrosi all’anca ad esempio rende difficile una qualunque attività motoria, ma anche potersi allacciare le scarpe o mettere le calze, portare un bimbo in braccio; rende difficoltoso dormire e questo alla lunga provoca nervosismo ed altri disturbi, come la difficoltà di concentrazione, giramenti di testa, indebolimento del sistema immunitario. Eppure si sopporta quasi in silenzio, convinti che non ci siano alternative, magari su suggerimento del medico di base. E’ un errore, perché la Legge 38 stabilisce l’obbligo di trattare il dolore cronico come una vera e propria patologia a se stante. Ma quale è lo stato dei fatti?
E’ stato tracciato dal progetto CU.P.I.DO (Cura Previeni Il Dolore) ad opera dell’associazione di pazienti Vivere senza Dolore, i cui risultati sono stati presentati questa mattina e che evidenziano carenze sotto vari punti di vista. I dettagli? CU.P.I.DO si è svolto attraverso un tour itinerante in 14 città italiane (Viterbo, Perugia, Ancona, Forlì, Brescia, Vicenza, Torino, Genova, Pistoia, Foggia, Napoli, Bari, Messina e Roma): qui sono stati allestiti per un’intera giornata dei gazebo, dotati di materiale informativo e specialisti del dolore con cui gli interessati si sono potuti confrontare raccontando il proprio “dolore” quotidiano e chiedendo consiglio. In tutto sono state raggiunte più di 1800 persone, invitate anche a riempire un questionario.
Ne è emerso dolore cronico per il 67,3% degli intervistati, i quali nel 49,1 % dei casi non si erano mai rivolti ad un terapista del dolore o specialista correlato al problema che lo provocava. Solo il 47,7 % delle persone sofferenti aveva in corso una terapia ( 38,5% Fans– contro gli oppiodi usati solo nel 6,9% dei casi). In molti hanno ritenuto tali terapie inefficaci (visto che probabilmente non sono quelle giuste ndr). Nel 93,4% dei casi il dolore non è di natura oncologica e, tra queste, il dolore legato all’artrosi colpisce il 45,2% degli intervistati. Infine il 70,3% dei cittadini partecipanti volontariamente all’iniziativa non sapeva dell’esistenza della Legge 38 o dei suoi contenuti ed il 72,1% del totale ha inoltre dichiarato serie difficoltà nell’individuare centri specializzati per la cura del dolore. Di rilievo a questo proposito anche i risultati di un’indagine svolta all’interno del policlinico Tor Vergata di Roma, dove un HUB (Centro per la terapia del dolore) esiste ed è attivo.
Ebbene il 93,5% delle persone coinvolte, che nella giornata dedicata si sono recate presso tale struttura sanitaria, non ne conosceva l’esistenza, ma soprattutto, su scelta dei responsabili dello stesso Centro sono stati proposti dei questionari anche ai pazienti ricoverati, da cui è emersa una cattiva gestione delle terapie del dolore, perché assegnate da medici non specialisti. Una realtà concreta da combattere! Da qui il nuovo progetto dell’Associazione Vivere senza dolore, una nuova campagna itinerante dal nome HUB2HUB che partirà il prossimo 15 febbraio e terminerà il 30 Giugno 2012 dopo aver toccato 15 centri di terapia per il dolore in tutta Italia, per individuare la conoscenza e l’applicazione della legge 38, nelle strutture sanitarie ospitanti i centri. Se soffrite di dolore cronico, potete approfondire queste tematiche, oltre che con i nostri aggiornamenti, anche direttamente nel sito dell’associazione vivere senza dolore.