La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia neurodegenerativa tra le più difficili da tenere sotto controllo. Attualmente priva di cura, è una delle patologie sulle quali è maggiormente focalizzata la ricerca, al fine di consentire ai malati se non una guarigione totale, almeno uno stile di vita adeguato. A breve dovrebbe avere inizio, nel nostro paese, la prima sperimentazione con cellule staminali di tipo fetale per la cura della sla.
L’annuncio è stato dato nel corso di un convegno, dal dott. Angelo Vescovi , direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e docente di Biologia Cellulare all’Università Bicocca di Milano. Si tratta di una ricerca molto importante, per la quale a breve partirà l’attivazione del call center dedicato per reclutare i volontari.
Al momento la previsione riguarda il reclutamento di 18 pazienti. Come spiega l’esperto:
La ricerca è di fase I ed è preliminare a studi più approfonditi: puntiamo a dimostrare solamente che l’introduzione delle staminali nel midollo spinale dei pazienti è sicura e ben tollerata, quindi non crea tossicità. Ovviamente contiamo anche di vedere qualche effetto in termini di efficacia, ma non possiamo ancora parlare di una nuova “cura” per una malattia così drammatica.
Di certo pero, parafrasando le parole di Vescovi, si può parlare di un punto di partenza. Parliamo ora di etica, spiegando la provenienza delle cellule staminali. Quest’ultime verranno infatti prelevate da feti morti naturalmente, con un meccanismo simile a quello della donazione di organi per i trapianti, previo ovviamente il consenso delle madri al prelievo di una infinitesimale quantità di tessuto celebrale dalla quale ottenere le cellule per il trapianto.
Fine ultimo è ovviamente quello di sostituire sì le cellule danneggiate dalla malattia, ma anche la modifica delle condizioni che caratterizzano malattie come la sclerosi multipla: carenza di sostanze neurotrofiche, tossicità ed infiammazione, ad esempio. La scelta di questo particolare tipo di cellule deriva dalla capacità che hanno le cellule embrionali di divenire qualsiasi tipo di cellule si voglia, una volta moltiplicate.
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Fonte: Corriere della Sera