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Sindrome emolitico-uremica, bambina colpita in Trentino

Cosa è la sindrome emolitico-uremica? Scopriamo insieme qualcosa di più di questa patologia, salita alle cronache per aver colpito una bambina in Trentino.

Cosa è la sindrome emolitico-uremica

La sindrome emolitico-uremica, conosciuta anche sotto il nome di Seu, è una patologia di origine batterica, acuta e rara, considerata una tra le prima cause di insufficienza renale nei bambini. Questa causa principalmente danni agli endoteli vasali che portano alla creazione di un quadro di microangiopatia trombotica.

Non di rado la sindrome emolitico-uremica porta alla dialisi. Altri sintomi sono trombocitopenia e anemia emolitica. In alcuni casi può portare il paziente al decesso e spesso porta conseguenze sul lungo termine. Tra le problematiche più comuni che comporta vi sono conseguenze di tipo neurologico, insufficienza renale cronica, ipertensione.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, essa rappresenta nell’85% dei casi la complicanza più grave di una infezione intestinale batterica causata dall’Escherichia coli. Si parla di una infezione di solito trasmessa per via alimentare o per il contatto stretto con animali ruminanti infetti o ambienti contaminati. E’ stata accertata anche la trasmissione interumana per via oro-fecale.

Da quanto ricostruito dai media la bambina avrebbe sviluppato la sindrome emolitico-uremica in seguito all’assunzione di formaggio di Malga. La piccola, di quatto anni, è al momento ricoverata in gravi condizioni. L’ipotesi dell’azienda sanitaria competente è che le sue condizioni siano state determinate proprio da quel tipo di alimento.

Dal punto di vista medico è consigliato, a prescindere, non somministrare questo tipo di prodotti sia nei bambini minori di 5 anni sia negli anziani.

Sintomi anche molto gravi

Tornando a parlare nello specifico della sindrome emolitico-uremica, nei casi più gravi, oltre ai sintomi sopracitati è possibile osservare problematiche di tipo neurologico come convulsioni, strabismo, torpore, confusione, sonnolenza, ottundimento del sensorio e coma.

Di solito i primi sintomi di questa infezione sono dolore addominale intenso, diarrea, vomito, anuria e astenia. Difficilmente si presenta uno stato febbrile e di solito non supera i 38 gradi. Come approcciare la malattia? Di solito la terapia antibiotica non è indicata dato che si rischia il rilascio di tossine nell’intestino che potrebbe causare un peggioramento.

In ogni caso il supporto ospedaliero è richiesto per evitare una evoluzione nefasta della malattia. E’ importantissima la prevenzione in questo caso. È basilare cuocere qualsiasi alimento possa essere potenzialmente contaminato. Nonché lavarlo ed evitare possibili contaminazioni dirette come quelle da contatto. Facendo particolare attenzione a non sottoporre le persone più fragili a tale possibilità, come per l’appunto i bambini e gli anziani.