E’ stato presentato giovedì scorso a Milano il ritratto delle fumatrici italiane. L’occasione? Il lancio della campagna antifumo della Fondazione Umberto Veronesi battezzata “No smoking be happy”. L’indagine è stata condotta su un campione di di 732 donne fra i 14 e i 64 anni (rappresentativo di 19,6 milioni di italiane), il 21% delle quali fumatrici.
Dai risultati emerge come sia difficile smettere con il vizio delle infide bionde nonostante la consapevolezza dei rischi: fra le donne intervistate infatti solo una su 6 è riuscita a smettere di fumare, mentre una su 4 si dichiara convinta di poter dire basta quando vuole e una su 5 ci ha provato senza successo. Le fumatrici più accanite per fascia di età sono le 25-34enni (28%) seguite, con un buon 26%, dalle 45-54enni.
La percentuale di tabagiste è alta soprattutto tra le single (30%), le laureate (29%) e le donne in carriera (38%). Il 64% delle donne intervistate dichiara infatti di trarre dal fumo di sigaretta un impagabile senso di benessere e relax (56%), mentre solo il 24% afferma di fumare perchè trae piacere dall’aroma e dal profumo delle sigarette, anzi il 76% se ne dice infastidito.
Il vizio del fumo tra le donne sarebbe poi contagioso, come afferma il sociologo Enrico Finzi, presidente dell’Istituto di ricerche Astra: il 25% delle donne italiane convive infatti con altre donne fumatrici, soprattutto le giovani fra 14 e 24 anni (40%), dato questo che ne favorirebbe la crescente diffusione tra il gentil sesso.
Tuttavia il 64% del campione confessa di sentirsi schiava della nicotina e vive questa consapevolezza con forte disagio. Inoltre l’89% delle fumatrici si farebbe aiutare a smettere, soprattutto dal medico (38%) e dai familiari (30%). Il 66% riconosce in questo senso un ruolo importante alle iniziative di informazione e di educazione così come alle leggi antifumo. Infine, il 22% delle fumatrici italiane è favorevole al raddoppio del prezzo delle sigarette e alla destinazione di parte del ricavo alla ricerca.