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La scoperta scientifica del 2011 riguarda l’HIV

Il 2011 è stato un anno molto produttivo per la scienza, dato che grazie alle nuove tecnologie e alle conoscenze più approfondite, ormai le scoperte vengono fatte con molta rapidità. La rivista Science, una delle più autorevoli in fatti di scienza, ha stilato una sorta di “classifica” tra quelle effettuate nell’ultimo anno solare, ed ha premiato la ricerca effettuata presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, che ha scoperto l’utilità di una vaccinazione antiretrovirale contro l’HIV.

Lo studio a dir la verità era iniziato nel 2007, testando la possibilità di un trattamento in coppie ad alto rischio, in cui solo uno dei due parter era sieropositivo. I risultati, ottenuti su oltre 1700 coppie, sono stati molto positivi (nel 96% dei casi la persona malata non trasmetteva il virus), tanto da sperare in una vera e propria possibilità di ottenere un vaccino contro l’HIV che sembra la via più efficace per combatterlo, più della cura una volta che il virus ha già provocato le complicazioni.

Le scoperte scientifiche segnalate da Science sono tutte eccellenti e tutte meriterebbero un premio, ma nell’impietosa classifica il secondo posto va ad una sonda giapponese che ha portato sulla Terra pezzi di un nuovo corpo planetario per la prima volta dopo 35 anni, mentre la “medaglia di bronzo” va allo studio che ha fatto notare i meccanismi di adattamento del corpo umano nel corso dell’evoluzione, compresa la reazione del sistema immunitario alle malattie.

Altre tre scoperte in campo medico rientrano nella top 10, rispettivamente al sesto, settimo e decimo posto. Queste sono l’analisi dei microbi intestinali che ha fatto notare come ognuno di noi ha un batterio dominante. Grazie a questa scoperta un medico può individuare con più immediatezza quali medicinali o terapie assegnare a seconda della malattia; un vaccino antimalarico che è già passato all’ultima fase, quella sulla sperimentazione su larga scala che ha coinvolto 15 mila bambini africani; ed infine la scoperta del gene della longevità, cioè l’aver notato la possibilità di sostituire le cellule vecchie con quelle nuove, in modo da evitare alcune delle malattie tipiche dell’età come la cataratta ed altre malattie neurodegenerative.

[Fonte: Repubblica]

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