1 tumore su 6 è causato da infezioni che si possono non soltanto prevenire, ma persino curare. A sostenerlo, è uno studio finanziato da Finovi e dalla Bill e Melinda Gates Foundation, pubblicato su The Lancet Oncology, che ha analizzato 27 tipi di tumore e la loro diffusione in 184 Paesi.
Gli esperti dell’Iarc (International Agency for Research on Cancer), una divisione intergovernativa che fa capo all’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno scoperto come molti casi di cancro siano da attribuire a 4 agenti infettivi, i virus dell’epatite B e C, il Papillomavirus umano, e l’Helicobacter pylori. Inoltre, sempre secondo i ricercatori, altrettanto spesso si potrebbero curare con terapie già esistenti.
L’incidenza del tumore varia anche a seconda delle aree geografiche. Nei Paesi meno sviluppati, infatti, la possibilità che un’infezione porti al cancro è pari a 3 volte di più rispetto a quella dei Paesi più avanzati. Sembra, inoltre, che un terzo dei casi riguardi le persone sotto i 50 anni. Nelle donne il tumore più frequente è quello al collo dell’utero, mentre negli uomini il cancro al fegato e allo stomaco.
Molti casi di tumore allo stomaco, ad esempio, potrebbero essere evitati semplicemente curando l’infezione da Helicobacter pylori con la classica terapia a base di antibiotici. Lo stesso discorso vale per il cancro al fegato, la cui causa spesso è riconducibile all’epatite B. In questo caso basterebbe prevenire l’infezione da Hbv (virus dell’epatite B) con un vaccino. Anche il cancro al collo dell’utero, il cui agente principale è il Papillomavirus umano, potrebbe essere prevenuto con un vaccino, che in genere si somministra intorno ai 12 anni.
A margine dei risultati della ricerca, Goodarz Danari, della Harvard School of Public Medicine di Boston ha sottolineato come i vaccini contro l’Epatite B e il Papillomavirus umano abbiano la priorità soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Via|The Lancet Oncology; Photo Credits|ThinkStock