Il tumore al cervello è una delle neoplasie più difficili da curare. Difficilmente si ottiene una prognosi fausta. Questo però non significa che il progresso non sia in grado di invertire questa tendenza con scoperte sempre più all’avanguardia.
E’ stato stimato infatti che le nuove terapie anticancro in materia di gliobastoma multiforme, la forma più aggressiva di cancro al cervello, abbiano portato ad una maggiorazione della sopravvivenza dei malati.
Sebbene ancora non si possa dire che questa patologia sia stata sconfitta, va riconosciuto che le probabilità di sopravvivenza a questa malattia, grazie a diagnosi sempre più precoci ed ad interventi mirati abbia quasi raggiunto il 50% dei casi totali sul breve termine rispetto al laconico 10% di qualche anno fa. A condividere questa positiva notizia ci pensa uno studio dedicato condotto dall’Università di Glasgow.
Secondo il dott. Roy Rampling, tutto ciò è stato possibile grazie all’introduzione nei protocolli medici di diverse innovazioni, tra le quali figura l’introduzione di alcuni markers genetici che consentono di individuare il glioblastoma quando ancora si trova allo stadio iniziale.
Non solo, non bisogna dimenticare che la personalizzazione delle cure verso la quale ci si sta muovendo a livello globale ed il perfezionamento di radioterapia e chemioterapia, unite ai progressi della scienza chirurgica stanno contribuendo in maniera sostanziale a questo positivo cambiamento.
Conclude Rampling:
C’è ragione di essere ottimisti .Credo fermamente che la nostra migliore opportunità per ulteriori progressi è quella di aumentare il finanziamento alla ricerca di laboratorio e piccoli studi innovativi.
Va ricordato che il glioblastoma multiforme, oltre ad essere la forma di tumore cerebrale più aggressiva, è anche tra le più comuni tra quelle che colpiscono la glia. A livello puramente medico è formato da un mix eterogeneo di cellule tumorali astrocitiche scarsamente differenziate. Questa particolare tipologia di tumore colpisce in prevalenza gli adulti, insediandosi quasi sempre negli emisferi cerebrali, localizzandosi con meno frequenza nel midollo spinale o nel tronco cerebrale.
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Fonte: Agi Salute