Il test Brca è considerato ad oggi un efficace strumento di prevenzione del tumore all’ovaio che nell’80% delle donne che ne sono colpite viene purtroppo scoperto in fase avanzata. Questo test, invece, è in grado di identificare alcune mutazioni genetiche che innalzano il rischio di essere colpite da questo tipo di cancro. L’argomento è stato oggetto di discussione nel Congresso dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), tenutosi a Roma.
Prevenzione del tumore all’ovaio con test Brca, dunque? Spiega Nicoletta Colombo, Direttore della Divisione di ginecologia oncologica medica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano:
Se tutte le pazienti a cui viene diagnosticato un carcinoma ovarico facessero il test per la ricerca delle mutazioni Brca, si potrebbero con anticipo raggiungere tutte le famiglie ad alto rischio ereditario di questa neoplasia
E Stefania Gori, presidente eletto Aiom, elenca i risultati fino ad oggi raggiunti sottolineando però che molto c’è ancora da fare affinché il test Brca venga implementato.
Stiamo censendo tutti i centri che effettuano i test, distinguendo per il tipo di esame perché non sono tutti uguali, e stiamo capendo quali oncologie propongono un counseling genetico che possa poi accompagnare le persone sane, ma mutate, nel percorso di prevenzione o di sorveglianza. Stiamo elaborando i dati per capire quali sono i centri di riferimento all’interno delle reti oncologiche regionali
Il tumore all’ovaio non è tra i più frequenti (circa 5mila diagnosi l’anno) ma è uno di quelli che, purtroppo, ha un più alto tasso di mortalità. Questo a causa di diagnosi spesso tardive che non permettono di intervenire per tempo. Come per gran parte dei tumori, anche quello ovarico presenta i sintomi quando è già in fase avanzata. In quest’ottica ecco che la prevenzione può davvero fare la differenza.
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