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Tumore al polmone, nuovi studi su tac spirale

 In caso di tumore al polmone, l’utilizzo della tac spirale per ridurre la mortalità del paziente è ormai una pratica consolidata. E se fino ad ora solo lo studio condotto dall’Istituto europeo di oncologia aveva mirato a confermarne la validità, giusto in questi giorni ci ha pensato uno studio multicentrico statunitense sponsorizzato direttamente dal National Cancer Institute.

Pubblicata sul New England Journal of Medicine, la ricerca in questione ha preso in considerazione un campione di 50mila fumatori con alle spalle almeno 30 anni di vizio ed una media giornaliera di  un pacchetto di sigarette. Ogni paziente è stato sottoposto periodicamente a controlli con la tac spirale. E’ stata rilevata, grazie ad una diagnosi precoce derivante dalla stessa, una diminuzione della mortalità pari al 20% per cancro al polmone.

Un segno che marca l’importanza di una prevenzione adeguata contro le patologie tumorali, come la mammografia nel caso del cancro al seno.  Il commento dei nostri esperti, come ad esempio quello del prof. Umberto Tirelli, il direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Aviano è sulla stessa linea:

Lo studio americano pubblicato oggi sul New England Journal of Medicine dimostra per la prima volta su grandi numeri che una tac spirale a basse dosi fatta periodicamente, cioè una volta all’anno per tre anni, può ridurre la mortalità dei tumori del polmone negli attuali o passati forti fumatori.

Il confronto è stato fatto con dei fumatori che eseguivano come controllo delle semplici radiografie al torace. Ad ogni modo, ciò che colpisce, è ancora una volta come il non fumare rappresenta ancora la discriminante più importante per evitare la comparsa del cancro ai polmoni.

Sebbene i risultati siano estremamente importanti, prima di partire con una campagna di screening di massa, bisogna parlare anche delle imprecisioni correlate a questo strumento, ovvero il fatto che nel 25% dei casi,  si sono ottenuti dei falsi positivi, ovvero sono stati evidenziati noduli che non erano tumori. In questo casi si è dovuti tenere conto dello stress e dell’ansia derivanti dalla “chirurgia inutile” applicata. Ma soprattutto, la potenzialità, sta qui la beffa, della possibilità di comparsa di tumori derivanti dalle radiazioni della tac spirale.

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Fonte: Corriere della Sera