Ancora oggi è opinione molto diffusa che la cosa migliore di fronte a un problema di scoliosi, reale o presunta, sia fare del nuoto, lo sport completo per antonomasia. Osserva Rodolfo Lisi, membro dell’associazione PASSI (Professionisti Associati Scienze Motorie e Sportive Italiane) e del Gruppo di Studio Scoliosi, oltre che noto tennista.
«È un’idea dura a morire, nata quando si pensava che l’annullamento della gravità dovuto all’acqua alleviasse lo sforzo sulla colonna vertebrale e che questo fosse positivo. Non c’è dubbio sul fatto che il nuoto sia uno sport completo, ma si è visto che proprio nel caso della scoliosi è addirittura controindicato».
Secondo Lisi, peraltro, è molto importante distinguere tra atteggiamento scoliotico e scoliosi vera e propria. Nel primo caso c’è una deviazione della colonna, ma questa non è permanente e le vertebre stanno bene. Nella scoliosi vera, o idiopatica, la deviazione della colonna vertebrale è invece associata anche a una rottura delle vertebre, una condizione che non comporta soltanto un problema estetico, ma che con il tempo può evolvere fino a dare seri problemi funzionali. Prosegue Lisi
«Nel caso dell’atteggiamento scoliotico l’esercizio fisico e lo sport possono fare molto, si può dire che siano una panacea, mentre nel caso della scoliosi conclamata lo sport da solo assolutamente non basta: è necessario ricorrere al busto correttivo. Anche nel caso di una scoliosi, specie se iniziale, nelle ore in cui non si porta il busto si può benissimo fare sport. Anzi diversi studi scientifici confermano che determinati esercizi fisici tendono ad aiutare l’azione del busto: il rafforzamento di alcuni ne aumenta la capacità stabilizzante e la colonna sarà così molto più protetta rispetto a quella di una persona che si limita a portare il busto».
Quali sport sono dunque più adatti a chi soffre di scoliosi?
«Nel caso di un atteggiamento scoliotico vanno bene tutti gli sport, purché siano praticati in modo amatoriale. Andrebbe invece evitato l’agonismo, almeno fino ai 12-15 anni, perché determina un sovraccarico delle strutture molto più pesante».
E lo sport più amato dai ragazzini? Se proprio lo si vuole fare, il calcio non ha controindicazioni. In ogni caso, se l’attività è praticata con una certa intensità, è preferibile dedicarsi a sport cosiddetti “in carico“. Sono quelli in cui, dovendo vincere la forza di gravità, l’organismo è portato a sviluppare la muscolatura “di sostegno” e a migliorare le reazioni di equilibrio. Via libera dunque, oltre al calcio, a tennis, pallavolo, pallacanestro, atletica, pattinaggio. Aggiunge Lisi
«Quanto all’incentivare i giovanissimi a fare i “campioncini”, non so fino a che punto il gioco valga la candela. Posso testimoniare di molti ragazzi che non soltanto hanno avuto problemi fisici, dovuto agli sforzi eccessivi, ma che hanno anche abbandonato lo sport, completamente».
Le attività che aumentano la flessibilità della colonna -come la danza o la ginnastica artistica- o “in scarico”, come nel nuoto, possono invece favorire l’aggravamento della curvatura scoliotica. Riguardo alla frequente pratica del nuoto, è in ogni caso molto meglio adottare lo stile libero o il dorso. A differenza di quanto avviene con il nuoto a rana o a delfino, con questi stili la colonna non è costretta a flettersi e quindi ne trae giovamento.
Per il dorso curvo, ossia quando si sia in presenza di una cifosi eccessiva, sono consigliati sport di slancio, come la pallavolo e la pallacanestro, mentre non sono adatti gli sport (come per esempio il ciclismo o il ciclocross) e diversi esercizi su macchine da fitness che sollecitano intensamente la colonna in flessione…
Fonte http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Ottobre_2009/01_Attivita.pdf