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L’Airc denuncia “il taglio del 5 per mille uccide la ricerca”

60 milioni di euro l’anno. Era questa la cifra stanziata in passato per l’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, una delle tante Onlus che beneficiavano del 5 per mille sulla ricerca. 15 milioni è quello che il Ministro Tremonti vuol lasciargli: soltanto briciole.

Per questo i rappresentanti dell’Airc e delle altre associazioni sono insorti in quanto, in un periodo in cui si sta tagliando tutto il tagliabile, ed anche l’intagliabile, la ricerca rischia di essere letteralmente ammazzata. Nel 2007 la legge Finanziaria stabilì 400 milioni di euro per le organizzazioni no profit, mentre il Ministero dell’Economia quest’anno ne vuole sottrarre 300 da destinare ad altre voci di spesa.

Piero Sierra, presidente dell’Airc, ha oggi dichiarato:

Le intenzioni di buona volontà ci rassicurano, ma non bastano. Il 5 per mille è un treno ad alta velocità che porterà in tempi brevi nuove cure ai pazienti: non possiamo rischiare che venga fermato

riferendosi alle rassicurazioni da parte del Governo, ed in prima persona da parte del Ministro dell’Economia, che hanno prima dichiarato che i fondi non saranno toccati, ma poi li hanno fatti magicamente sparire nell’ultima Legge di Stabilità. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e far rendere conto del grande errore in cui i nostri politici stanno cadendo, l’Airc ha reso pubblici i programmi che rischiano di venire cancellati se i fondi non fossero destinati come promesso:

  1. Cura delle leucemie tramite attivazione delle cellule “natural born killer” di Alberto Mantovani;
  2. Ricerca sulle cellule staminali colpevoli della crescita dei tumori di Pier Paolo Fiore;
  3. Nuove cure per il tumore al polmone e del colon di Ruggero De Maria;
  4. Cura del cancro al seno e dei tumori tripli negativi di Giannino De Sal;
  5. Approcci terapeutici contro la leucemia linfatica cronica e del mieloma multiplo di Pierfrancesco Tassone.

Questi sono alcuni dei progetti che rischiano di sparire se i laboratori un giorno non potranno più contare sui milioni che il Governo gli aveva promesso (non chiedono soldi in più). Una responsabilità che non vorremmo mai che Tremonti e i suoi colleghi si accollassero.

[Fonte: Corriere della Sera]