Un recente studio pubblicato sul numero di novembre/dicembre della rivista di divulgazione scientifica American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine ha scoperto che molte persone malate di asma hanno muffa che cresce nei polmoni.
A condurre la ricerca al Glenfield Hospital è stata un’équipe di ricercatori dell’Institute for Lung Health della University of Leicester.
Gli autori hanno esaminato l’impatto sugli asmatici dell’Aspergillus fumigatus, che di solito si trova nel terreno e nel compost.
Il professor Andy Wardlaw, docente all’Università di Leicester, spiega che
l’asma è una patologia molto comune in cui i bronchi possono andare in spasmo rendendo difficile respirare. Circa un quinto dei pazienti adulti che soffre da molto tempo di una forma grave di asma, denota come conseguenza un restringimento dei bronchi. E’ noto che l’A. fumigatus può crescere nei polmoni di alcuni soggetti asmatici e in chi è allergico alle muffe, il che può causare seri danni ai polmoni.
Questo problema si pensava riguardasse solo un numero molto esiguo di persone colpite da asma, tuttavia, circa la metà delle persone con asma grave, è anche allergica a muffe come l’A. fumigatus.
Lo studio è stato finanziato dalla Midlands Asthma and Allergy Research Association e dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR), per stabilire se il problema dell’A. fumigatus che cresce nei polmoni è più comune di quanto si pensasse, e se ciò potrebbe spiegare il restringimento delle vie aeree che si manifesta in alcune persone colpite da asma.
Il nostro studio, prosegue Wardlaw, ha chiarito che 6 persone su 10 affette da asma erano anche allergiche al fumigatus e che la muffa cresceva nelle vie respiratorie. Abbiamo anche scoperto che se si è allergici al fumigatus si ha un maggiore restringimento delle vie aeree che peggiora ulteriormente nei pazienti in cui la muffa cresce nei polmoni.
Trattare le persone con antibiotici contro l’A. fumigatus potrebbe prevenire il restringimento delle vie aeree.
[Fonte: “Asthma Allergens could be growing in your lungs”, University of Leicester]