L’influenza, con le sue numerose varianti ed i disturbi che comporta, è una delle patologie che creano, stagionalmente, più fastidio all’uomo. Ora, direttamente dalla ricerca italiana arriva un antivirale in grado di sconfiggere tutti i virus influenzali in grado di colpire l’uomo, tra cui, potenzialmente anche il pericoloso H5N1, (l’influenza aviaria, n.d.r.) se mai dovesse diventare pandemico anche per l’uomo.
Una scoperta sensazionale per gli sviluppi pratici che potrebbe avere, pubblicata di recente sulla rivista di settore PNAS. Autori dello studio i ricercatori italiani dell’Università di Padova nelle persone di Giorgio Palù, Giulia Muratore, Arianna Loregian e Beatrice Marcorelli, e dell’Università di Perugia attraverso Laura Goracci e Gabriele Cruciani, in stretta collaborazione con i dott. Agnes Foeglein e Paul Digard dell’ateneo inglese di Cambridge.
Il coordinatore della ricerca Giorgio Palù spiega:
La novità assoluta di questo studio sta nel fatto che non sono stati utilizzati peptidi, bensì piccole molecole con profilo già tipico di un farmaco. Si tratta dei primi farmaci disegnati razionalmente al computer sulla base delle strutture cristallografiche di due proteine del virus influenzale che costituiscono il complesso replicativo del virus e interagiscono strettamente tra di loro.
In parole povere, invece che lavorare su tentativi basati su sostanze esistenti, sono state messe a punto delle sostanze specifiche tramite simulazioni al computer ed in laboratorio che sono poi risultate adatte alla cura della patologia presa in considerazione, ovvero l’influenza. Continua il ricercatore:
Da uno screening condotto su tre milioni di composti, solo alcuni sono risultati attivi e due in modo particolare. Si può ora pensare di modificare ulteriormente queste sostanze per renderle ancora più selettive e soprattutto farmacologicamente disponibili.
L’importanza della scoperta effettuata dai ricercatori italiani risiede nella capacità di essere in grado di trovare ciò che può uccidere il virus a prescindere dalla resistenza farmacologica raggiunta dai diversi ceppi influenzali epidemici. Fattore questo che dona alla medicina la possibilità di fermare in anticipo le pandemie.
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Fonte: Pnas