Perdere peso attraverso dei probiotici geneticamente modificati. Una nuova frontiera del dimagrimento, o almeno quella che potrebbero diventarlo secondo gli scienziati della Vanderbilt University di Nashville.
Questi microrganismi, modificati, aiuterebbero a influenzare l’assorbimento intestinale dei cibi, a prescindere dalla loro origine. Esempio estremo? Dimagrire mangiando un cheeseburger con patatine fritte: l’antitesi della sana alimentazione. I ricercatori sono hanno creato dei probiotici speciali che, somministrati alle cavie murine insieme ad un normale pasto, hanno limitato l’aumento di peso dei topi nonostante il loro essere sottoposti ad una dieta ricca di grassi. La curiosa ricerca è stata presentata in questi giorni a Denver, presso l’ultimo incontro dell’American Chemical Society.
Non è la prima volta che la scienza si applica per sfruttare il lavoro dei microrganismi a favore dell’uomo. E’ risaputo, grazie a studi pregressi, che la flora batterica è legata al funzionamento del nostro organismo. Sono diverse le patologie che appaiono correlate al corretto comportamento della stessa ed è per questo che i probiotici sono da qualche tempo al centro dell’attenzione degli esperti. Si sta vagliando infatti anche la possibilità di produrre dei farmaci che possano agire direttamente dall’interno dell’intestino.
Entrando nello specifico dello studio, i batteri modificati sono stati inseriti nell’acqua e somministrato ad un gruppo di topi sottoposti ad un dieta, come già anticipato, ricca di grassi. Un gruppo di controllo ha assunto del placebo. Dopo sei settimane è stato possibile verificare che nel gruppo trattato con i batteri i topi avevano fatto registrare un calo del peso pari al 15% rispetto alle altre cavie.
Questi batteri statunitensi hanno la capacità di dare alle cavie un senso di sazietà, come spiega l’autore dello studio, il dott. Sean Davies. Esso si ottiene attraverso una molecola segnale prodotta a livello intestinale la cui produzione viene aumentata specificatamente dai suddetti probiotici modificati.
Photo Credits | Aquir / Shutterstock.com