Il divorzio, se seguito da una relazione con un nuovo partner fa bene alla salute. In questo specifico caso gli svantaggi che da sempre vengono collegati a questa tipologia di separazione sembrano non essere validi.
Il divorzio, da un punto di vista scientifico, è sempre entrato nelle ricerche come possibile fattore di rischio per problemi cardiaci, malattie metaboliche e respiratorie: una delle ragioni è quella che quando si conclude un rapporto di questo genere e si inizia nuovamente una vita da single si tende a mangiare male, consumare alcol ed avere una instabilità emotiva che può portare ad uno stato di depressione.
Secondo una ricerca dell’University College di Londra, coordinata dal dottor George Ploubidis e pubblicata sulla rivista di settore The American Journal of Public Health.Si tratta dello studio più copioso mai eseguito sul tema ed ha preso in considerazione un vasto campione di persone per comprendere se effettivamente la salute delle persone dopo un divorzio potesse essere peggiore di quella di coloro che erano felicemente sposati o conviventi. Spiega il ricercatore:
Numerosi studi hanno riscontrato che le persone sposate hanno una salute migliore delle persone non sposate. Tuttavia, la nostra ricerca dimostra che i soggetti nati alla fine degli Anni 50 che vivono assieme senza essere sposati, oppure sperimentano un divorzio o una separazione, hanno livelli di salute molto simili rispetto a quelli sposati.
Grazie alla collaborazione della London School of Economics e della London School of Hygiene and Tropical Medicine, gli scienziati hanno potuto analizzare la vita di 10 mila persone nate in Inghilterra, Scozia o Galles nella primavera del 1958 confrontando la loro storia coniugale con il loro stato di salute. Le persone sposatesi in giovane età e insieme da più di 15-20 anni mostravano una salute migliore rispetto a chi non lo era. Anche coloro separati ed in una nuova relazione, sebbene nel periodo corrispondente al “mal d’amore” ed al divorzio era possibile riscontrare un sensibile calo.
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Fonte | AJPH