E’ in arrivo una nuova tecnica per la diagnosi della sinusite, che potrebbe ridimensionare notevolmente i costi sociali della patologia, nonché l’utilizzo di antibiotici. A sostenerlo, è uno studio condotto dalla Lund University in collaborazione con lo Skane University Hospital, in Svezia.
La sinusite si manifesta soprattutto in occasione di raffreddori e riniti allergiche, che innescano l’accumulo di muco nei seni paranasali. La nuova metodica prevede l’uso di un sensore ad ultasuoni Doppler in grado di accertare la densità del fluido del seno paranasale. Sino ad oggi, invece, il metodo impiegato per verificare il grado di viscosità del fluido prevedeva una procedura piuttosto dolorosa ed invasiva, o il ricorso ad antibiotici.
Tuttavia, sebbene la strada antibiotica si sia dimostrata in definitiva quella più valida, non è da sottovalutare la resistenza ai farmaci, un problema sempre più diffuso. In Svezia, 1 persona su 4, prende antibiotici almeno 1 volta all’anno e a molti di questi hanno sofferto di sinusite. Una diagnosi più accurata, invece, potrebbe ridurre da un lato la quantità di antibiotici prescritti, e dall’altro, grazie a trattamenti più mirati, di abbattere i costi sociali.
I ricercatori, hanno testato il nuovo metodo in laboratorio e sembra che i risultati siano promettenti, tanto che a breve contano di verificare l’utilizzo del sensore ad ultrasuoni su un numero significativo di pazienti. Inoltre, a margine della sperimentazione, la dottoressa Pernilla Sahlstrand Johnson, coordinatrice della ricerca, ha voluto indagare la qualità della vita di circa 200 pazienti in attesa di intervento attraverso dei questionari.
Come spiega la dottoressa Johnson:
i partecipanti al nostro studio hanno registrato un calo significativo della qualità della vita a causa della loro sinusite, addirittura maggiore che negli altri grandi gruppi di pazienti con malattie come l’angina o il cancro. La sinusite, inoltre, ha anche anche un forte impatto finanziario sulla società, in quanto è una malattia comune e porta a livelli relativamente alti di assenza dal lavoro per malattia.