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Gli sport estremi fanno male al cuore

Brutte notizie per gli appassionati degli sport estremi, le attività fisiche ai limiti delle proprie possibilità possono provare seri danni al cuore. A sostenerlo, è una ricerca pubblicata di recente su “European Heart Journal”, che ha dimostrato l’impatto negativo sull’organismo di alcune discipline sportive particolarmente impegnative come la maratona, le corse ciclistiche, il thiathlon e l’alpinismo.

Secondo gli esperti, uno sforzo fisico di tale portata è in grado di causare non soltanto un irrigidimento dei muscoli cardiaci, ma anche vere e proprie lesioni, che tuttavia, nella maggior parte dei casi, rientrano nell’arco di una settimana. Altre volte, però i danni possono essere permanenti determinando l’insorgere di problemi cardiaci come le aritmie. Lo studio non incoraggia di certo alla sedentarietà, lo sport, infatti, non può che fare bene, e i benefici da esso prodotti superano di gran lunga i rischi comunque esistenti connessi con un’attività agonistica esasperata.

Come spiegano i ricercatori:

Gli atleti coinvolti in questo studio, hanno partecipato a gare sulla lunga distanza e per più di 10 ore settimanali. Ulteriori ricerche a lungo termine saranno necessarie al fine di determinare se esercizi di resistenza estrema possono causare danni al ventricolo destro del cuore in alcuni atleti. Sta di fatto che tutti gli atleti che lavorano sulla resistenza dovrebbero discuterne con il loro medico di famiglia.

Gli esperti, hanno sottoposto gli atleti ad una serie di test 15 giorni prima della competizione, subito dopo la fine della gara e a una settimana di distanza. In questo modo, è emerso come il cuore degli atleti alla fine della gara risultasse modificato, mostrando una dilatazione del ventricolo destro e un funzionamento definito “anomalo”. A questo, va aggiunto un aumento dei livelli di una sostanza prodotta dal cuore chiamata BNP (Brain Natriuretic Peptide), una risposta dell’organo all’eccessivo stiramento muscolare. A una settimana di distanza, la maggior parte degli atleti aveva riacquistato la condizione precedente alla competizione, ma in alcuni di loro i medici hanno riscontrato la cicatrizzazione del tessuto cardiaco e una funzionalità ventricolare ormai compromessa.

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