Il tumore alla prostata, in un futuro prossimo sarà diagnosticato con test più veloci e precisi. Dopo i 45 anni, ogni uomo è a rischio di tumore alla prostata, mentre è molto raro tra i giovani; secondo le statistiche a 40 anni la probabilità di ammalarsi è di 1 su 10.000, tra i 60 e gli 80 anni diventa, addirittura, di 1 caso su 8. La scoperta del nuovo probabile test, è il risultato di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford, guidati dal dottor John Anson, promotore della ricerca. Quest’ultima ha evidenziato come da un semplice esame si possano avere delle informazioni su una serie di sostanze collegate con la risposta immunitaria dell’organismo.
Il nuovo esame diagnostico consiste in un semplice prelievo di sangue, nel quale si ricercherà la concentrazione di una famiglia di proteine, che faranno luce sul tipo di reazione immunitaria dell’organismo, nei confronti del tumore. La ricerca è stata presentata al meeting dell’American Association for Cancer Research, e pubblicata sul Daily Telegraph, mostrando la differenza e la precisione di questo nuovo metodo diagnostico, rispetto all’esame del PSA (antigene specifico della prostata ) sempre conosciuto ed attualmente eseguito per la diagnosi di patologie alla prostata.
Secondo le statistiche il nuovo esame avrebbe un successo del 90%, con una superiorità del 50%, rispetto al PSA. Lo studio è stato condotto, sul sangue di 73 pazienti ,confrontandolo con quello di 60 soggetti sani. Da ciò è scaturito che nel sangue dei 73 pazienti malati era possibile riscontrare la presenza 15 nuovi marcatori del tumore alla prostata. Scoperta importantissima data la velocità di avanzamento di questa malattia, e quindi la necessità di essere scoperta in tempo per poterla bloccare.
La ricerca continua a studiare nuove metodiche di diagnosi, per rendere sempre più precoce l’individuazione del cancro alla prostata, per diminuire il numero di falsi positivi e per aiutare sempre più persone. Lo studio dei ricercatori di Oxford va avanti per completare e raffinare la loro ricerca; il prossimo passo è quello di testare il nuovo esame su 1700 soggetti.
[Fonte: newsfood.com]