Yoga, benefici per la pressione arteriosa? Secondo ciò che indica un recente studio presentato presso l’ultimo meeting dell’ESC, la Società Europea di Cardiologia, questa pratica è in grado di aiutare le persone a prevenire e ridurre i fattori di rischio che concorrono alla pressione alta.
Era intuibile che una disciplina come lo yoga fosse effettivamente foriera di benefici per l’organismo, ma ottenerne conferma scientifica è qualcosa che potenzia ancora di più il suo valore. E’ innegabile infatti che questa pratica aiuti a raggiungere un maggiore benessere psicofisico migliorando la postura e la respirazione. Ma grazie al lavoro dei muscoli dettato dalle posizioni, è possibile portate la pressione arteriosa ad un abbassamento sensibile che conseguentemente si trasforma sul lungo periodo nella riduzione del rischio si incorrere in ictus ed infarto, patologie alle quali l’ipertensione spiana solitamente la strada.
Il team di ricerca del Sir Gangaram Hospital di Delhi, guidato dal cardiologo Ashutosh Angrish, ha analizzato un campione di 60 persone per capire quali potessero essere gli effetti dello yoga sullo loro stato di ipertensione. I partecipanti, di età media compresa tra i 52 ed i 56 anni, sono stati suddivisi in due gruppi: uno ha applicato solitamente modifiche allo stile di vita, l’altro ha aggiunto 3 mesi di yoga. Mentre il primo, di controllo, non ha mostrato cambiamenti significativi nel livello di pressione arteriosa, quelli che avevano praticato la disciplina avevano fatto registrare un calo modesto ma sensibile. Commenta il ricercatore con la stampa:
Anche se il calo è stato modesto potrebbe essere clinicamente molto significativo, perché già solo una diminuzione di 2 mmHg nella pressione diastolica ha il potenziale di ridurre il rischio di malattia coronarica del 6% e il rischio di ictus e attacco ischemico transitorio del 15%. [Perché la pressione si abbassi ancora] non è chiaro dal nostro studio, ma si ipotizza che queste pratiche possano diminuire l’attività simpatica, resettare i barocettori e indurre effetti neuroumorali.
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