L’allergia alle graminacee è un disturbo particolarmente fastidioso, poiché causa gli stessi sintomi del raffreddore come starnuti e naso che cola, ma le cause sono completamente differenti.
La famiglia delle graminacee è piuttosto numerosa, basti pensare che in Italia si contano circa 450 specie. Quelle più comuni (Dactylis, Poa, Phleum, Lolium) si trovano sia nelle campagne che in città, ma anche i cereali come grano, riso, orzo, segale, mais, granturco e avena rientrano a pieno titolo nel novero delle graminacee. I loro pollini, sono particolarmente adatti a “galleggiare” nell’atmosfera e sono i principali responsabili della cosiddetta febbre da fieno, che colpisce il 15% della popolazione.
Cause dell’allergia alle graminacee
L’allergia è classificabile come una reazione eccessiva del nostro sistema immunitario rispetto ad una sostanza innocua nell’aria, avvertita però come nociva. Gli anticorpi, infatti, nel momento in cui vengono nuovamente a contatto con il polline delle graminacee lo riconoscono e lo segnalano al sistema immunitario che rilascia l’istamina nella circolazione sanguigna. Alcune persone possono soffrire di allergia alle graminacee anche tutto l’anno, ma in modo più grave in alcuni periodi, come nel caso delle allergie primaverili.
Sintomi dell’allergia alle graminacee
i sintomi si manifestano non appena si viene a contatto con gli allergeni e possono incidere in maniera negativa sulla qualità della vita e del lavoro.
- naso che cola e congestione nasale,
- prurito agli occhi o occhi che lacrimano,
- starnuti,
- tosse,
- prurito al naso, sul palato o in gola,
- pressione al petto e dolore facciale,
- gonfiore, occhiaie bluastre (occhiaie allergiche),
- diminuzione del senso del gusto o dell’odorato,
- insonnia,
- affaticamento,
- irritabilità.
Vaccino contro l’allergia alle graminacee
Per chi soffre di allergia alle graminacee, esiste il vaccino, che è una forma di trattamento detta immunoterapia. Può essere sotto forma di iniezioni, compresse o gocce, il comune denominatore è la piccolissima quantità della sostanza o delle sostanze specifiche in grado di scatenare l’allergia. La quantità di allergeni, infatti, serve a stimolare il sistema immunitario, ma senza causare una reazione allergica vera e propria. Con il passare del tempo, il medico aumenta la dose di allergene, desensibilizzando via via l’organismo. Il sistema immunitario, infatti, in questo modo sviluppa una tolleranza agli allergeni e i sintomi allergici tendono a scomparire nel corso di 3-5 anni.
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