Il papilloma virus è la prima causa di cancro al collo dell’utero per le donne. Non per questo non esprime tutta la usa pericolosità se ad essere colpito è un uomo. Per questo motivo, presso il Congresso della Società Italiana di Urologia si è voluta ribadire, ancora una volta, l’importanza di una campagna di vaccinazione che coinvolga anche gli uomini.
Va ricordato che esistono, purtroppo, almeno quaranta tipi di papilloma virus on grado di colpire gli organi genitali e quasi sempre, a meno di manifestazioni incontrovertibili sull’epidermide della zona, la maggior parte delle persone ignora di essere stata contagiata. Bisogna sfatare il mito che quello dell’Hpv sia un disturbo che colpisce solo le donne per via dell’importanza (giustamente) data al modo nel quale questo virus è in grado di favorire l’insorgenza di quel particolare tumore femminile già citato.
L’uomo in qualche modo non è da meno essendo il contagio da papilloma virus un fattore di rischio per lo sviluppo di infertilità e carcinoma del pene. Fortunatamente, negli Stati Uniti è già una realtà, è previsto l’ampliamento della vaccinazione anche agli esponenti di sesso maschile, almeno fino ai 26 anni.
Questo strumento si rende “obbligatorio”, come spiega il prof. Vincenzo G. Mirone, Segretario Generale della Società Italiana di Urologia, per prevenire tutta una serie di patologie collegate: condilomi genitali, carcinoma dell’ano e del tratto orofaringeo, e sembrerebbe in base anche a recenti studi, il cancro della prostata.
Sottolinea il professore:
La sintomatologia clinica dei condilomi si può riassumere in bruciore, dolore, e sanguinamento. Ovviamente non rappresentano un problema in termini di mortalità ma portano conseguenze psicologiche con il partner e con se stessi, come imbarazzo, perdita di sicurezza e di fiducia. I tipi di HPV principalmente coinvolti sono il 6 e l’11 che sono responsabili del 90% delle manifestazioni condilomatose.
Riassumendo, la partenza di una campagna di vaccinazione maschile seria e completa non solo proteggerebbe gli uomini dal contagio, ma abbatterebbe anche il numero di quelli femminili e delle patologie che a causa del virus potrebbero interessare entrambi.
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