E’ praticamente impossibile la preparazione di un vaccino su larga scala contro l’ebola prima del 2016. E’ questa la notizia che oggi rimbalza tra i media, facendo cadere la speranza di una possibile difesa per le persone che stanno morendo in Africa per l’epidemia.
A rendere nota questa pessima novità ci hanno pensato i vertici dell’azienda GSK, una di quelle attualmente impegnate nello sviluppo del siero, che abbattendo tutte le precedenti speculazioni segnala che con molta probabilità non sarà in grado di rappresentare con il proprio vaccino contro l’ebola una risposta all’epidemia in corso. Spiegano infatti:
Prima di poterlo utilizzare abbiamo bisogno di ulteriori test sulla sua efficacia e sicurezza e certamente non saremo pronti prima della fine del 2015 quindi non può essere considerato una risposta all’epidemia in corso.
Questo della Gsk, come anticipato, è uno dei vaccini presi maggiormente in considerazione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: vi è anche quello sviluppato dagli scienziati italiani che nei primi test sembra aver dato dei risultati accettabili per un suo eventuale utilizzo. Quale sia la formula scelta, tra i due vaccini e le altre 6 cure sperimentali al momento al vaglio degli esperti, non vi ombra di dubbio che qualcosa debba essere fatto per tentare di arginare l’epidemia di ebola in Africa. In queste settimane un vaccino è in sperimentazione sull’uomo a Mali, nella speranza che possa risultare efficace e la maggior parte dei malati viene trattata con l’ausilio di trasfusioni di sangue di persone guarite al fine di stimolare da parte del sistema immunitario la creazione di anticorpi contro la malattia.
Nonostante questo l’ebola rimane una patologia difficile da sconfiggere. E la mortalità rimane alta: ormai pari al 50% dei contagiati. La mancanza risorse economiche ha portato ad un’assistenza sanitaria ormai allo stremo che spesso si rivela insufficiente. Riuscire a poter contare il prima possibile su un vaccino o una terapia sicura ed efficace è di vitale importanza.
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