L’epidemia di ebola in corso in Africa occidentale sta mietendo migliaia di vittime, senza che al momento si riescano ad arginare in modo efficace i contagi. Vediamo insieme cosa è l‘ebola e perché è pericolosa.
Cosa è l’ebola
L’ebola è un virus molto aggressivo facente parte della famiglia delle Filoviridae. E’ una febbre emorragica dai sintomi iniziali molto simili a quelli influenzali. Essi sono febbre alta, forte mal di testa, debolezza, diarrea, vomito, dolori addominali e nel momento in cui la malattia si aggrava, emorragie interne ed eruzioni cutanee derivanti da quest’ultime. Il periodo dell’incubazione dell’ebola va dai 2 ai 21 giorni e la persona non è contagiosa in questo periodo. Appena si mostrano i primi sintomi il decorso della patologia è molto veloce e la mortalità sopraggiunge velocemente.
Perché l’ebola è pericolosa
La pericolosità del virus dell’ebola è data dalla sua attuale incurabilità. E’ questo il problema principale che la patologia porta con sé: sebbene attualmente al vaglio vi siano dei sieri sperimentali che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha già iniziato a testare sull’uomo, nessuna terapia consolidata è in grado di eliminare l’ebola. L’approccio più funzionate al momento è quello delle trasfusioni di sangue proveniente dalle persone guarite, i cui anticorpi sembrano essere in grado di aiutare il sistema immunitario dei malati a respingere il virus. Esso infatti in pratica “disattiva” quello della persona contagiata nel periodo di incubazione.
L’ebola non è un virus che si diffonde nell’aria come quello influenzale: è un agente patogeno che contagia gli individui se questi vengono a contatto con i fluidi vitali delle persone: urina, feci, sudore, sangue, sperma e latte materno. Questi ultimi risultano portatori di virus fino a 7 settimane dalla guarigione. La maggior parte dei contagi nei paesi africani è avvenuta per via di scarse condizioni igieniche e per la mancanza di precauzioni prese nel gestire i malati e le salme dei morti.
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