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Scoperte proteine che uccidono i batteri dell’antrace

Non tutte le armi biologiche sono create allo stesso modo. Alcune sono più temibili ed efficaci di altre perché più semplici da diffondere.
Uno di questi letali strumenti è il carbonchio, di cui si è molto parlato negli ultimi anni perché impiegato dai terroristi per seminare il panico tra la popolazione.

Il ricercatore Vince Fischetti della Rockefeller University ha però scoperto recentemente delle proteine che potrebbero essere utilizzate contro le infezioni da antrace e per decontaminare aree in cui siano state liberate spore di carbonchio.


Come spiega lo stesso Fischetti:

L’antrace è il più efficiente agente biodistruttivo. Le sue spore sono stabili e facili da produrre, e una volta che qualcuno le inala, restano solo 48 ore di tempo per utilizzare gli antibiotici e debellarne l’effetto.
Abbiamo riscontrato una nuova proteina che potenzialmente potrebbe espandere l’arco di tempo in cui i trattamenti risultano efficaci e che può essere usata come decontaminante delle spore di carbonchio ematiche.
Poiché le spore di carbonchio ematico sono resistenti alla maggior parte delle sostanze chimiche che vengono usate per sterilizzare le aree contaminate, una soluzione basata su queste proteine potrebbe essere un potente strumento di pulizia contro l’antrace.

Tutti i batteri, incluso il carbonchio ematico, hanno dei predatori naturali chiamati batteriofagi. Proprio come i virus infettano le persone, i batteriofagi infettano i  batteri, si  riproducono, e quindi uccidono la loro cellula ospite, cercando il prossimo obiettivo da colpire.
Il batteriofago fa uso in questo processo di speciali proteine, che fanno letteralmente esplodere la parete cellulare dei batteri.

Fischetti e i suoi colleghi hanno identificato già nel 2004 una di queste proteine chiamata PlyG, dimostrando che potrebbe essere utilizzata per contribuire a trattare gli animali e l’uomo infettati da carbonchio ematico.
Adesso, essi hanno individuato una seconda proteina che hanno chiamato PlyPH, con particolari proprietà che la rendono non solo un buon agente terapeutico, ma anche utile su larga scala per la decontaminazione di aree come edifici e attrezzature militari.