Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Virologia » Zecche ed encefalite: sintomi, prevenzione e vaccino in Italia

Zecche ed encefalite: sintomi, prevenzione e vaccino in Italia

 E’ uno dei ricordi che ho di quando ero una bimba: le zecche sono pericolose, una mia coetanea ci finì in ospedale in fin di vita per tanti giorni. Poi per fortuna riuscì a superare il tutto. Le cose non sono cambiate negli ultimi decenni, anche se ho la sensazione che l’attenzione si sia un pochino abbassata. A rialzarla ci pensano le autorità sanitarie europee che ricordano come in Italia e nell’Est d’Europa sia ancora attiva ed in diffusione la zecca Irodex ricinus, in grado di sviluppare una gravissima forma di meningoencefalite nota anche come TBE Tick Borne Encephalitis, letteralmente, Encefalite trasmessa da zecche. Vediamo bene di cosa si tratta e come prevenire i rischi.

Nel nostro paese questo tipo di zecca è particolarmente frequente nel Triveneto e nelle zone di campagna, ma sembra si stia anche avvicinando ai centri urbani: attraverso piccoli morsi (una volta che si attacca, sia all’uomo che all’animale, morde per nutrirsi del sangue sotto pelle), pressoché indolori tale parassita trasmette il virus della pericolosa meningoencefalite. In tutto in Italia si contano ogni anno 30 casi circa: non sono numeri statisticamente rilevanti, ma la gravità della malattia, spesso letale se non trattata adeguatamente e precocemente, ha fatto in modo che le autorità sanitarie europee chiedessero a noi e alle altre Nazioni interessate, la notifica dei contagi. L’obiettivo è quello di stabilire una più precisa identificazione delle aree a rischio, atta a dare il via ad un preciso programma di vaccinazione.

La meningoencefalite trasmessa da zecche, essendo provocata da un virus, non ha infatti farmaci in grado di curarla, ma un vaccino preventivo esiste ed è consigliato agli abitanti e anche a chi si appresta a recarsi nelle zone a rischio, magari per una vacanza: due dosi prima ed una facoltativa al rientro.

Per il resto valgono i consigli di sempre, anche di quando si porta a spasso il cane in un parco urbano: evitare l’erba alta (le zecche si annidano in ciuffi d’erba in attesa dell’ospite su cui attaccarsi) , in caso di escursioni coprire bene le gambe con pantaloni e calze lunghe, usare repellenti ed ispezionare il proprio corpo al rietro, prima e dopo una doccia accurata (anche tra i capelli).

Se si trova una zecca va rimossa secondo precise metodiche (tutto il corpo testa compresa, senza quindi spezzarla) entro 24 ore: se non si è in grado è meglio rivolgersi subito ad un pronto soccorso (o veterinario, esperto nella rimozione di questi parassiti). Se compare un disturbo qualunque entro 30 giorni dal morso è fondamentale rivolgersi ad un centro specializzato per malattie infettive: attenzione i sintomi iniziali sono comuni ad una qualunque altra forma virale: febbre, anche leggera, cefalea, dolori muscolari; in un secondo momento (dopo una o due settimane dal morso) possono subentrare già la grave i gravi segnali di danno al sistema nervoso centrale.

La malattia si dimostra tanto più grave quanto il sistema immunitario è più debole. Infine, per non creare allarmismi inutili: non tutte le zecche sono così pericolose, quelle “dure” sì e tra queste troviamo la Irodex ricinus.

Foto: Thinkstock