Non si può guarire, ma almeno lo si può rallentare. Il morbo di Alzheimer colpisce sempre più anziani, ed ha un meccanismo molto complicato da comprendere. Ora uno studio italiano, effettuato presso il Laboratorio di Neurologia Clinica e Comportamentale dell’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma in collaborazione con le Università de L’Aquila e di Tor Vergata ha scoperto un metodo per individuarlo prima che i sintomi possano manifestarsi, e di conseguenza agire in modo da rallentarne lo sviluppo.
Il segreto sta nel corpo calloso del cervello. Questo fascio di sostanza bianca e fibre che collega le formazioni corticali dei due emisferi subisce delle modificazioni con il sopraggiungere di alcune malattie neurodegenerative che portano alla demenza senile. Queste poi, in stadi successivi, possono portare al morbo di Alzheimer.
Ma secondo i ricercatori, se individuato durante una semplice risonanza magnetica, il corpo calloso può essere meglio compreso e misurato, in modo da ottenere informazioni sulla malattia e agire di conseguenza, ancor prima che essa si manifesti, e dunque prima che diventi difficile da combattere.
[Fonte: La Stampa]