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Il morbo di Alzheimer esclude il cancro e viceversa

Le persone che sono affette dal morbo di Alzheimer possono avere meno probabilità di sviluppare il cancro, e le persone che hanno il cancro possono, al contrario, avere meno probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer. Ad affermare questa strana coincidenza, o forse un meccanismo biologico, è un nuovo studio americano pubblicato ieri sul sito internet della rivista Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology.

Scoprire i legami tra queste due condizioni può aiutarci a comprendere meglio le malattie e creare nuove opportunità di possibili cure

ha spiegato l’autore dello studio Catherine M. Roe, docente della Washington University School of Medicine di St. Louis, Missouri, e membro della American Academy of Neurology.

Per lo studio, i ricercatori hanno esaminato un gruppo di 3.020 persone dai 65 anni in su, che erano stati iscritti per il Cardiovascular Health Study, lo studio sulla salute cardiovascolare. Essi sono stati seguiti per una media di cinque anni per controllare se avevano sviluppato demenza, e per in media otto anni per vedere se nel frattempo avevano sviluppato il cancro. All’inizio dello studio, a 164 persone (il 5,4%) era già stato diagnosticato il morbo di Alzheimer, e 522 persone (17,3%) avevano già avuto una diagnosi di cancro.

Durante lo studio, 478 persone hanno sviluppato demenza e 376 persone hanno sviluppato il cancro invasivo. Per le persone che aveva il morbo di Alzheimer dall’inizio dello studio, il rischio di ospedalizzazione per il cancro futuro è stato ridotto del 69% rispetto a quelli che non hanno avuto la stessa malattia, sin dal principio dello studio. Per quegli anziani a cui invece era stato diagnosticato il cancro all’inizio dello studio, il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer è stato ridotto del 43% rispetto alle persone che non hanno avuto il cancro nel periodo precedente, anche se tale constatazione non era evidente in tutti i gruppi etnici, ma era più marcata soltanto nella razza caucasica. Ulteriori studi approfondiranno tale meccanismo.

[Fonte: Sciencedaily]