L’aspettativa di vita aumenta anno dopo anno e si diventa grandi a 30 anni: questo è quanto sostengono i neurologi. Secondo gli studiosi del cervello umano in sostanza le persone si comportano da eterni adolescenti per diventare veramente adulte solo quando compiono 30 anni.
Una buona scusa per chi tende a procrastinare le proprie responsabilità affidandosi da adesso in poi a quanto spiegato dai neuroscieziati nel corso di un meeting ospitato dall’Academy of Medical Sciences di Oxford.
La posizione dei ricercatori è innovativa perché i loro studi confermano che a 18 anni si stanno ancora attraversando dei cambiamenti cerebrali che potrebbero influenzare il comportamento.
Ma è anche vero che i ricercatori frenano delle definizioni troppo limitate e spiegano che in effetti la transizione fra l’infanzia e l’età adulta si compie in un caso di tempo molto lungo, lungo circa tre decenni e che appare piuttosto flessibile.
D’altra parte, avere delle definizioni, può essere utile per il sistema educativo, quello sanitario o quello legale, proseguono i ricercatori, ma la realtà è ben diversa.
L’età considerata di accesso all’età adulta è quella di 18, momento in cui si ha la facoltà di votare, di acquistare alcol e anche di non sottrarsi alle responsabilità con la giustizia, ma è anche vero che i ricercatori confermano che i giudici esperti sanno ben riconoscere la differenza tra un imputato di 19 anni e un uomo, un criminale di 35 anni e più. Non potendo più parlare di tappe troppo prestabilite, non esiste neppure più il passaggio fra l’infanzia e la vita adulta.
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