Un recente studio condotto dalla Università del Montana ha individuato lo smog come fattore responsabile dell’aumento dei casi di sclerosi multipla, malattia a carico del sistema nervoso centrale per la quale oggi, purtroppo, non esiste ancora cura. Degli effetti dannosi dello smog sulla salute siamo tutti a conoscenza, ma lo studio sopra citato (i cui risultati sono stati resi noti sulla rivista scientifica Revue Neurologique) punta il dito contro quelli a carico del sistema nervoso.
La ricerca si è concentrata sugli effetti del PM10 e degli ossidi di azoto sull’organismo esaminandone le conseguenze cliniche, cognitive, strutturali cerebrali e metaboliche. E i dati che sono emersi sono piuttosto preoccupanti: coloro che sono sottoposti più di frequente a inquinamento atmosferico, evidenziano conseguenze negative su alcune facoltà legate direttamente al sistema nervoso centrale che in molti casi sfociano nella insorgere della sclerosi multipla.
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A rischio di contrarre con più facilità la malattia sarebbero soprattutto quei bambini che, fin dai primi anni di vita, sono costretti a vivere in ambienti dove il livello di smog è piuttosto alto. In loro il rischio di avere a che fare con neuroinfiammazioni, danni all’apparato neurovascolare e produzione di autoanticorpi contro le proteine neurali sarebbe nettamente più elevato rispetto a coloro che invece hanno la fortuna di crescere in ambienti decisamente più salubri dove i livelli di inquinamento sono inferiori e dove la salute viene per questo motivo preservata con più facilità.
Ci sarebbe insomma una netta correlazione tra smog e sclerosi multipla secondo gli studiosi della Università del Montana che dovranno adesso indagare più a fondo per capire in quale percentuale lo smog può essere considerato un fattore di rischio determinante nell’insorgere di una delle malattie più gravi che ci siano a carico del sistema nervoso centrale.
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