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Il disturbo ossessivo compulsivo

I disturbi ossessivi compulsivi sono di natura psichica e comprendono turbe ideative e comportamentali, caratterizzate da rituali e azioni ripetute in modo irrefrenabile, spesso associate ad ansia e fobie multiple. Il dottor Piazza, vicedirettore della Scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicocintetica ed Ipnosi ericksoniana ‘E. Bernheim” di Verona, parla dei sintomi come “il doversi lavare ripetutamente le mani, associato alla rupiofobia (paura dello sporco e della contaminazione), e il dover controllare incessantemente la chiusura di rubinetti del gas o dell’acqua, associato a paura eccessiva di inffrazioni o di attentati alla propria incolumità“.

Le quattro principi sindromi fobiche sono agorafobia (paura degli spazi aperti), fobia sociale (detta sociofobia – il contatto con gli altri è segnato dalla paura di svelare contenuti interni criticabili o mal-giudicabili), fobia specifica (aracnofobia – paura dei ragni, claustrofobia – paura dei luoghi chiusi, paruresis, urofobia – paura di urinare in luoghi pubblici), fobia delle malattie (ipocondria).

 Una delle caratteristiche più evidenti della sindrome ossessivo-compulsiva è rappresentata dai dubbi che derivano dalla mancanza di fiducia nella capacità di ricordare gli eventi o dalla sensazione di non “sapere se si sa qualcosa“. I fattori scatenanti -specifica il dottor Piazza – sono ansia libera e somatizzata, grave stress, insicurezza, complessi di inferiorità, sensi di colpa, vergogna, predominio del senso del dovere, iperrazionalità. Elementi associati a una forte conflittualità non risolta, e a depressione.

 Si può pregare, pensare, parlare ossessivamente, ripetere conteggi a mente o per iscritto, telefonare incessantemente, controllare cose o persone fino al pedinamento, compiere percorsi sempre uguali, andare sempre nello stesso luogo in vacanza. Alcune di queste caratteristiche possono essere anche considerate normali, se rappresentano un’abitudine che si può dominare; oppure sono semplici tratti di personalità (scrupolosità e meticolosità) e legati al comportamento (tendenza esagerata all’ordine o alla pulizia).

 Nelle pazienti in gravidanza spesso i sintomi si accompagnano ad ansia e fobie angoscianti, investendo anche i sentimenti vissuti verso il prodotto del concepimento, fino alle cosiddette fobie d’impulso. Dice il dottor Piazza

“In alcuni casi la donna teme di non essere in grado di controllarsi e sviluppa fobie specifiche relative a strumenti potenzialmente pericolosi (lame) e rituali ossessivi, ideativi e/o comportamentali, nel tentativo di tenerle a bada. L’ossessione risponde spesso a un tentativo fallimentare di controllare l’ansia” 

Per la terapia si possono utilizzare psicofarmaci (antidepressivi e ansiolitici). Molte forme di psicoterapia possono essere utili, in rapporto a gravità, durata e grado di consapevolezza del disturbo. Purtroppo non è possibile ottenere significativi risultati in tempi brevi, perché la risposta ossessiva è propria di una difesa inconscia strutturata. Ci sono comunque casi in cui le terapie farmacologiche possono essere molto efficaci ma anche non avere alcun effetto e a volte causare seri effetti collaterali. L’ipnosi invece in taluni casi si utilizza come coadiuvante alle altre terapie, in altri diventa il focus centrale.

 Per quanto riguarda la guarigione il dottor Piazza segnala che per i casi di gravità lieve-media la percentuale può giungere al 50%, mentre diminuisce con la gravità e durata dei disturbo. L’ipnosi è un fenomeno psicosomatico che coinvolge sia la dimensione fisica, sia quella psicologica del soggetto. L’effetto che si cerca è la modificazione dello stato di coscienza, la concentrazione passiva e l’accesso alla componente immaginativa e inconscia.

 Il tutto in un contesto ambientale rilassante, silenzioso, calmo, rallentato dove gli strumenti più importanti sono la voce, la parola e l’incontro delle due personalità (paziente e terapeuta). Una seduta dura circa un’ora, e si basa su un breve colloquio, prima e dopo l’induzione, e su una parte centrale in cui alla persona, ad occhi chiusi e a luce tenue, vengono trasmesse con la parola, la voce, le pause, il silenzio, le immagini, le visualizzazioni, le prescrizioni e le suggestioni. Tutti possono essere sottoposti ad ipnosi tranne i gravi quadri clinici psicotici (delirio, allucinazioni, schizofrenia), demenziali (disturbo delle funzioni intellettive) ed oligofrenici (insufficienza mentale).