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Brutti ricordi addio! Operazioni sui neuroni per dimenticare un trauma

Una giornata da dimenticare. Chi non ne ha vissuto almeno una, o più di una, tante. Certo, c’è da fare delle distinzioni, tra momenti di vita vissuta non proprio felici che si vorrebbero cancellare, e veri e propri traumi. Pensiamo agli stupri, ad esempio. Agli scippi. Alle aggressioni, scampate e non. Senza queste brutte ferite incise nella nostra memoria vivremmo certamente meglio, svilupperemmo meno ansie, meno fobie, farammo sicuramente meno incubi.

Ma si possono davvero cancellare i brutti ricordi? A quanto pare sì. In un futuro non tanto lontano delle operazioni effettuate direttamente sui neuroni cancelleranno i pezzettini della nostra memoria più infelici, e forse avremo tutti vite felici alle spalle. Certo, qualche dubbio etico viene. Perchè le brutte esperienze fanno parte di noi, ci segnano, e ci insegnano, e sarebbe meglio non abusare di questo nuovo strumento, se non per i trami più problematici per il proseguio di una vita serena, senza turbe psicologiche.

Ma veniamo a spiegare l’esperimento che ha portato a questa scoperta, per ora effettuato solo su cavie di laboratorio. Gli scienziati che operano al Sick Children Hospital di Toronto sono riusciti ad individuare i neuroni collegati all’immagazzinamento dei brutti ricordi e delle paure, intervenendo sugli stessi per cancellare la memorizzazione degli eventi traumatici. Come si legge sulla Voce:

Gli studiosi hanno prodotto un evento traumatico sulle cavie e quindi distrutto i neuroni presenti nella parte destra del cervello (amigdala laterale); si è poi visto, tramite ripetizione degli eventi traumatici, che le cavie avevano eliminato la paura associata al ricordo negativo.

Bisognerà certamente studiare meglio le implicazioni di questo ipotetico intervento sulla memoria negativa. Cito sempre dalla Voce:

L’applicazione di questo intervento consentirebbe a bambini e adulti che hanno subito traumi importanti di eliminarne il ricordo prima che si instauri una condizione mentale patologica ad esso associata. Gli aspetti critici di tale scoperta sono stati evidenziati dagli stessi ricercatori: effetti negativi sulla memoria (dimenticarsi che con il fuoco ci si scotta), eventuale incapacità di immagazzinare altri ricordi, disturbi comportamentali.

[Fonte: www.voceditalia.it]