Aggressività ed egoismo indeboliscono il cuore, aumentando il rischio di subire un infarto o un ictus. E’ quanto afferma una recente ricerca effettuata da un’équipe di studiosi del National Institute of Aging, coordinata dalla dottoressa Angelina Sutin e pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica Hypertension.
I ricercatori hanno esaminato i dati relativi ad un campione di 5.614 persone, tutte di origine sarda (nell’ambito del progetto Sardinia Study of Aging del NIA) nella fascia d’età compresa tra i 14 ed i 94 anni, età media 42 anni, per il 58% soggetti di sesso femminile. Dai risultati si evince che l’arrivismo, la lotta per la sopravvivenza e la rabbia nei confronti del prossimo ottengono l’effetto contrario: non la sopravvivenza, bensì un indebolimento del cuore che può esporre maggiormente alle malattie cardiache e mettere a repentaglio la vita.
Dagli esami ad ultrasuoni effettuati comparati a questionari psicologici gli studiosi hanno infatti scoperto che la parete carotidea delle persone competitive e aggressive era più spessa, e che in alcuni casi l’indole poco amabile arrivava ad aumentare la percentuale di rischio per il cuore di ben il 40% rispetto a persone più docili. Stando al parere dei ricercatori, l’arrivismo per l’organismo è deleterio quanto soffrire di sindrome metabolica.
Come ha spiegato la dottoressa Sutin
Le persone che tendono a essere più competitive, più decise a lottare per proteggere i propri interessi personali, mostrano un rischio cardiovascolare superiore. Questi risultati non valgono certo solo per gli italiani, ma per gli abitanti di tutti Paesi del mondo. Un’indole intrattabile e rancorosa, insomma, può e deve essere considerata un fattore di rischio cardiovascolare esattamente come fumare, pesare troppo o avere valori del sangue sballati.
Per la Sutin, i medici, insomma, nel soppesare i fattori di rischio dovrebbero tenere conto anche della personalità, perché gli orsi e gli ipercompetitivi concorrono, con il loro brutto carattere, a minare ulteriormente la salute del cuore.
[Fonte: Newsfood]