Quando un problema ci affligge ed abbiamo bisogno di trovare una soluzione, sembra che il miglior modo per raggiungere il nostro scopo sia quello di distrarci dallo stesso. Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti sarebbe questa la chiave per raggiungere una risoluzione positiva in ogni campo.
Lasciar perdere il troppo pensarci su, ma smettere di focalizzarci la nostra attenzione. Lo sostengono gli scienziati della Carnegie Mellon University (CMU) che vengono a confermare una precedente ricerca che vuole il nostro cervello capace di valutare meglio un problema dopo due minuti di “distrazione” nei quali lo stesso può “depurarsi” dall’ansia e far aver modo di prendere una decisione soddisfacente.
Il coordinatore della ricerca, il dott. David J. Creswell ed suoi collaboratori dell’Health and Human Performance Laboratory hanno reclutato, per verificare la propria tesi, un campione composto da ventisette adulti sani sottoposti ad una risonanza magnetica funzionale per verificarne l’andamento dell’attività cerebrale nel corso di diversi processi decisionali. Nel corso di questa fase dello studio, le persone sotto osservazione hanno ricevuto dagli scienziati informazioni riguardanti oggetti e servizi ed è stato richiesto loro di prendere delle decisioni a riguardo. Prima della scelta, ognuno di loro è stato sottoposto alla risoluzione di un compito di matematica nel quale si richiedeva la memorizzazione di sequenze di numeri per distrarli da ciò che avrebbero dovuto fare.
I dati raccolti dai ricercatori, pubblicati sulla rivista di settore Social Cognitive and Affective Neuroscience, hanno evidenziato come il cervello sia in grado di elaborare le informazioni anche in modo inconscio nel corso di eventuali “distrazioni”, favorendo in questo modo una loro maggiore analisi. Commenta il coordinatore dello studio in un comunicato:
Questa ricerca comincia a sgretolare il mistero sul nostro cervello e i processi decisionali inconsci. Questo dimostra che le regioni del cervello importanti per le decisioni rimangono attive anche quando il nostro cervello può essere contemporaneamente impegnato in attività non correlate, come pensare a un problema di matematica. La cosa più intrigante di questa scoperta è che i partecipanti non avevano alcuna consapevolezza che il loro cervello stavano ancora lavorando sul problema di decisione mentre erano impegnati in un compito estraneo.
Ad essere interessate in particolare, secondo la risonanza, sono state la corteccia visiva e prefrontale, due aree note perché regolanti i processi decisionali e di apprendimento. Esse rimanevano attive anche nel corso della distrazione e maggiore era la loro attività (come verificato all’atto del test matematico, N.d.R.), migliore era la decisione presa.
Fonte | SCAN
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