La pandemia di coronavirus ha portato alla nascita di tanti problemi di salute o abitudini deleterie che sarebbe consigliato evitare: tra di esse vi è il doomscrolling, parola inventata lo scorso anno che indica l’abitudine di cercare in modo ossessivo cattive notizie online.
Abitudine peggiorata nel corso della pandemia
È il nome stesso a spiegare ciò che accade: scrolling significa scorrere con il dito sullo schermo del telefonino del tablet e dooms significa sventure. Quella che prima era qualcosa di sporadico che diventava un problema solo con alcune persone impegnate da affrontare particolari battaglie con la propria salute mentale o con la depressione è man mano diventata una abitudine tipica di moltissimi individui, qualcosa che la pandemia covid non ha fatto altro che esacerbare. E se su una persona equilibrata le cattive notizie lette online possono non avere un grande effetto perché la stessa è in grado di comprendere quanto effettivamente certe cose non influiscano sulla sua vita, diversa è la reazione di individui che soffrono di ansia o di depressione che al contrario vedono peggiorare il loro quadro clinico da questo fenomeno.
Ultimamente si è parlato di doomscrolling anche presso il World Economic Forum grazie ad Ariane Ling, psicologa presso lo Steven A. Cohen Military Family Center del NYU Lanogone Health (USA). Va detto che il doomscrolling nasce come pratica tipica dell’essere umano, dipendente dalla sua curiosità e dall’attenzione che viene carpita quando accade qualcosa che non rientra nella sua routine. L’esempio più calzante è quello dell’attenzione che viene catturata da un incidente stradale e che porta le persone a rallentare o a fermarsi per vedere cosa sia successo. Lo stesso avviene con le notizie sullo smartphone o sul tablet: tutte le news che vengono elencate creano nella persona la stessa reazione dell’esempio appena proposto.
Doomscrolling come dipendenza: cosa fare
Non è un caso che i titoli clickbait, fatti apposta per attirare l’attenzione, spingano il lettore a fermarsi e a leggerli. Il problema consta nel fatto che quando si tratta di brutte notizie, questa abitudine può inficiare ancor di più la salute mentale delle persone. L’esperta sottolinea che il doomscrolling era già diffuso prima della pandemia: questo particolare “stato di vita” ha però accentuato il malessere psicofisico degli individui, legandoli ancora di più a questa abitudine.
Come smettere? La prima cosa è ovviamente quella di riconoscere il problema, rendendosi conto che si tratta di una dipendenza vera e propria e che quindi sia il caso di fermarsi e smettere di perseverare in tale abitudine, limitandosi a scorrere le notizie per pochi minuti. In alternativa bisogna imparare a fare altro, come leggere un libro, cucinare e impegnarsi in qualsiasi operazione che non sia legata allo smartphone o a qualsiasi altro dispositivo elettronico.