Sembra che la felicità cali a 30 anni, a causa delle responsabilità e dei doveri. A sostenerlo, è una ricerca dell’università di Maastricht, secondo cui la curva dello stato d’animo è a “U”, con un declino che inizia già a partire dalla fine dei vent’anni.
I risultati dello studio, sono stati presentati alla Royal Economic Society annual conference di Londra. Secondo gli esperti, infatti, si ricomincia ad essere felici solo dopo aver superato la soglia dei 50 anni, quando le aspettative sul futuro si sono fortemente ridimensionate.
Uno degli autori della ricerca, Bert van Landeghem, ha spiegato che:
La diminuzione della felicità dopo i 20 anni è così profonda, che la sua entità è paragonabile a quella dopo aver perso il lavoro.
Tuttavia, il fatto che a 60 anni si sia felici come a 20 anni, non significa che l’esistenza sia decisamente migliore. Come spiega uno dei ricercatori, infatti, sia un 25enne che un 60enne sono d’accordo sul fatto che la vita sia più bella quando si hanno vent’anni perché più spensierata e senza responsabilità, ma il 60enne potrebbe essere comunque più felice perché ha imparato ad esserlo con quello che si è conquistato nel tempo. In fondo, come diceva Oscar Wilde, la felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha.
La ricerca dell’università di Maastricht, inoltre, confermerebbe gli studi condotti in precedenza sulla felicità, secondo cui il picco sarebbe addirittura ad 80 anni, come afferma una ricerca presentata di recente dall’America National Academy of Sciences, che ha preso in esame un campione di oltre 370 mila persone. Sarebbero, perciò, gli ultraottantenni a sperimentare la vera serenità, in barba alla vecchiaia e alla tanto temuta solitudine.
Buone notizie, per le persone in avanti con l’età, meno per i giovani, che schiacciati dal carico delle responsabilità finiscono col perdere il sorriso. Ammesso che la salute psicologica arrivi davvero dopo gli 80 anni, bisogna avere molta, molta pazienza…
Fonte: Ansa