Parlare fa bene alle funzioni esecutive della mente. Non importa di cosa, ma aiuta sensibilmente la salute psicofisica dell’essere umano. Mai più ostacoli al libero pettegolezzo femminile o alle lunghe discussioni amichevoli da bar degli uomini: fanno bene.
Non solo, aiutano a migliorare sensibilmente la capacità della persona ad affrontare le problematiche di ogni giorno.
Ma attenzione, a far bene sono solo tutte quelle discussioni che non presentano competitività, a meno di una immedesimazione con l’interlocutore. A spiegarcelo ci pensa uno studio dell’Institute for Social Research dell’University of Michigan in pubblicazione sulla rivista Social Psychological and Personality Science.
A prescindere dalla nostra tipologia di quotidianità, infatti ognuno di noi per “funzionare” adeguatamente ha bisogno di essere a posto con quelle che gli psicologi definiscono normalmente “funzioni esecutive” e che regolano l’agire e la capacità di risolvere i problemi. Si tratta di un sistema di “moduli” abbastanza complessi della mente, adibiti al controllo dei processi di pianificazione e coordinazione del sistema cognitivo. Essi hanno il ruolo di attivare e modulare gli schemi ed i processi messi in atto dalla mente come la messa in sequenza gerarchica delle azioni, lo spostamento dell’attenzione sulle informazioni che la nostra mente rileva e soprattutto l’inibizione di risposte non adeguate. In parole povere abilità sociali e risoluzione dei problemi.
Lo studio, condotto dal dott. Oscar Yabarra, ha preso in esame 192 studenti ed ha esaminato gli effetti di brevi chiacchierate sulle funzioni esecutive attraverso tre esperimenti differenti. E’ stato riscontrato che il parlare per conoscere a prescindere da eventuali condizionamenti esterni amplifica le abilità esecutive, fattore che decade appena parte un confronto di tipo competitivo. Un risvolto negativo che si annulla appena si chiede agli interlocutori di immedesimarsi l’uno nell’altro.
Spiega il dott. Yabarra:
Un’amplificazione delle proprie prestazioni si può verificare nel momento in cui l’interazione sociale induce a cercare di comprendere cosa c’è nella testa della persona con cui si sta parlando e di capire la sua prospettiva . Se infatti strutturiamo persino un’interazione competitiva in modo tale che ci si metta nella prospettiva del proprio interlocutore notiamo un’amplificazione delle funzioni esecutive.
La ricerca ha quindi dimostrato la assoluta dinamicità delle funzioni esecutive e del beneficio apportato dall’interazione sociale.
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