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Un farmaco chiamato luce

Clima caldo, piante in fiore, più ore di sole! Dopo le lunghe giornate invernali abbiamo voglia di sentire i raggi del sole sulla pelle, vedere i colori della natura e fare così un pieno di energia. L’azzurrino del cielo al mattino, le sfumature del sole delle prime ore dopo l’alba, favoriscono la produzione di cortisolo che, a sua volta, stimola l’attività del testosterone, responsabile di migliorare l’energia metabolica. Non solo. Lo spettro di frequenze emesse dal sole tra le sette e le dieci, spostate verso il blu e il viola, favorisce la riduzione nella produzione di melatonina e ciò facilita il risveglio e l’inizio delle attività.

Altro aspetto importante è che le frequenze cromatiche che inibiscono la produzione di melatonina sono efficaci nell’aumentare la secrezione di serotonina, che regola e migliora lo stato emotivo. Non solo, quest’ultima gioca un ruolo fondamentale nel consentire all’organismo la produzione di melatonina durante le ore notturne. Risultato? Più serotonina l’organismo produce durante il giorno, più si è svegli, vigili, attivi e ottimisti. Più melatonina il corpo produce durante la notte, più il sonno è naturale, profondo ed efficace.

Sono quindi consigliate passeggiate al sole di almeno un’ora sul bagnasciuga o lungo qualche sentiero. Proviamo a chiudere gli occhi indirizzandoli verso il tramonto. Sulle palpebre apparirà un quadro astratto composto di tanti punti e arabeschi colorati. A scrivere questo sogno luminoso contribuiscono gli Uva che stimolano la retina. Ora, fissiamo quelle forme indefinite e lasciamo che il pensiero fluisca libero. Stiamo cominciando una seduta di meditazione astratta che, sul piano del benessere, equivale a ripetere un mantra come OM, l’antica invocazione degli indiani.


Risultato? Le onde cerebrali aumentano in ampiezza e regolarità. Scendono quindi gradualmente da una frequenza normale di 9-12 cicli ogni secondo, fino a 7-8 cicli, delle onde teta, quelle tipiche dei primi stadi del riposo e del pre-sonno. Lo sappiamo, l’osteoporosi, la fragilità delle ossa è considerata ormai un’epidemia silenziosa che coinvolge una popolazione (in larghissima maggioranza femminile) sempre più vasta. Lo conferma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Cosa fare, allora? Per tentare di combatterla è sufficiente un’esposizione solare di 15 minuti al giorno durante la bella stagione. Questo permette all’organismo di sintetizzare la giusta dose di vitamina D, quella necessaria a favorire l’assorbimento del calcio che consente alle ossa e ai denti di rimanere in forma. Ma la luce è anche una dieta. Quando gli ultravioletti, presenti soprattutto al mattino e verso sera, raggiungono gli occhi stimolano la produzione di HGH, l’ormone della crescita.

Uno degli effetti dell’HGH è quello di aumentare il metabolismo dei grassi permettendo all’organismo di risparmiare glucosio, cioè lo zucchero. Mantenere a livelli costanti gli zuccheri nel sangue significa limitare l’innalzamento della glicemia e, quindi, la secrezione di insulina, l’ormone che scatena il senso dell’appetito. Un consiglio per mantenere la linea? Scegliete il sole delle cinque del pomeriggio, caldo ma non troppo, per passeggiare o fare esercizi di aerobica.