Sembrava quasi debellato, ed invece il batterio Escherichia coli O157 torna a farsi sentire nel nostro Paese. Come riportato in un comunicato dell’Ansa, dall’inizio dell’anno sono circa una quarantina i casi registrati dal contagio, quasi tutti tra i bambini:
Sono fra 30 e 40 in Italia i casi sospetti di sindrome emolitico-uremica, una grave infezione renale dovuta al batterio Escherichia coli O157 che colpisce i bambini, compromettendone la funzionalità dei reni e costringendoli alla dialisi. Si sospetta il contagio attraverso latte non pastorizzato e carne cruda. I casi sono stati segnalati al sistema di sorveglianza attivo presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Ma com’è possibile che tutto ciò avvenga? Il contagio avviene perchè il batterio è ospitato nel corpo dei bovini senza conseguenze, in quanto è innocuo negli animali. Per questo motivo i controlli sanitari non lo rilevano. Di conseguenza esso può ancora essere presente nel latte appena munto e nella carne dopo che l’animale è stato macellato.
Il modo più comune per debellare l’Escherichia coli O157 è di cuocere la carne e il latte in quanto, ad alte temperature, questo batterio viene ucciso insieme a tutti gli altri. Come riportato sempre dall’Ansa:
Il fenomeno della vendita diretta del latte crudo si e’ diffuso in Italia fra il 2004 e il 2005, amplificato dai distributori automatici e reso interessante sia dal costo contenuto sia dalla preferenza per gli alimenti naturali. In merito alla commercializzazione di questo prodotto si e’ espresso il regolamento Ue 853, per il quale devono essere gli Stati membri a decidere se proibire o regolamentare la vendita di latte crudo. Di conseguenza, se un Paese non lo proibisce, il suo consumo e’ automaticamente legale, come accade in Italia.
Per non fare confusione, è bene sottolineare la differenza tra latte crudo e gli altri tipi di latte. Infatti quello fresco e quello a lunga conservazione subiscono dei trattamenti proprio per eliminare i batteri come l’Escherichia coli O157. L’unico tipo potenzialmente a rischio è quello che sull’etichetta riporta la scritta “latte crudo”, e cioè commercializzato così come è munto, senza sottoporlo a trattamenti particolari. Non è detto nemmeno che in tutti i tipi di latte crudo esso sia presente, ma il rischio è sicuramente più elevato.
Fonte: [http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_822372925.html]