Il problema sollevato ieri da Medicinalive, e ripreso dalle testate nazionali, riguardante la pericolosità del latte crudo, è arrivato direttamente negli uffici del Governo, che ha subito deciso di prendere provvedimenti in merito. La normativa europea che permetteva ad ogni Paese di scegliere autonomamente se concedere o no l’autorizzazione a commercializzare il latte crudo è stata presa in considerazione, con 4 anni di ritardo, dal Ministero della Salute, il quale ha ammesso di star prendendo in considerazione le misure cautelari da intraprendere.
Tra queste c’è anche la possibilità di fermare le vendite del prodotto incriminato. I numeri mettono comunque in allarme. Tra i tanti casi di sindrome emolitica uremica, cioè la malattia renale che colpisce i bambini a causa del batterio Escherichia coli O157, quelli la cui responsabilità del latte crudo è accertata finora nel 2007 sono stati solo 3, ma sono già raddoppiati nel 2008. 9 casi in meno di due anni potrebbero anche aumentare se non si prendono provvedimenti.
Sotto accusa è il cosiddetto “latte alla spina“, cioè quei distributori in cui il latte viene erogato senza bottiglia, ma direttamente nel recipiente che ognuno porta da casa. Infatti ricordiamo che, nel latte pastorizzato, i trattamenti subiti uccidono tutti i batteri, compreso l’Escherichia coli O157, mentre in quello crudo rimangono vivi e vegeti.
Silvio Borrello, direttore generale della Sicurezza alimentare e nutrizione del ministero della Salute, ha inviato un documento alle Regioni per regolamentare i controlli sanitari effettuati sul latte crudo, ma anche per eliminare dal commercio quei prodotti provenienti dalla lista degli animali portatori sani dell’Escherichia coli O157. Nel frattempo il Ministero dell’Agricoltura ricorda che questo genere di latte non fa male in ogni caso, ma basta bollirlo prima di consumarlo. Una precauzione che in pochi prendono, ma solo perchè finora non era nota alcuna patologia collegata ad esso. Per questo sarà necessaria una campagna di informazione rivolta ai clienti in tutti quei centri che venderanno il latte sfuso. Sempre che in futuro si continuerà a venderlo.