L’alimentazione è diventata oramai una corsa ad ostacoli e il pesce non fa eccezione. Il mercurio presente in alcune specie ittiche potrebbe ridurre la quantità di antiossidanti nell’organismo, mettendo a rischio la nostra salute. L’allarme, è stato lanciato da una ricerca condotta dall’Alaska Fairbanks e pubblicata sulla rivista “Environmental Research Letters”.
Il consumo di pesce è da sempre considerato fondamentale per una corretta alimentazione. I prodotti del mare, infatti, sono ricchi di proteine nobili e di grassi omega 3, preziosi per il controllo del colesterolo e della pressione arteriosa. Tuttavia, la presenza di mercurio rischia di compromettere la bontà di questo alimento indispensabile, poiché legandosi agli antiossidanti, ne riduce l’efficacia, esponendoci maggiormente ad alcuni tipi di malattie.
Gli esperti dell’Università dell’Alaska Fairbanks sono giunti a tale conclusione dopo aver esaminato 12 cani Husky, una razza che, oltre a presentare una spiccata somiglianza con i meccanismi immunitari, cognitivi e tossicologici dell’uomo, segue una dieta a base di carne e pesce, in primis salmone. Ed è proprio questa varietà di pesce, secondo le analisi, a mostrare il rovescio della medaglia. Il salmone, infatti, è ricco di proteine, grassi polinsaturi, e vitamina E, un valido alleato contro i processi ossidativi, anticamera di numerose patologie, nonché responsabile dell’invecchiamento precoce, d’altro canto però, le quantità di mercurio rinvenute superano la soglia consentita.
Come spiega il professor Kriya Dunlap, coordinatore dello studio:
Le quantità di mercurio presenti nel salmone sono ben al di sotto dei limiti imposti dall’Environmental Protection Agency e i benefici per la salute rispetto ai prodotti alimentari trasformati sono ancora abbastanza significativi. Tuttavia, il fatto che gli indici di salute possono essere compromessi da livelli di mercurio indica che il controllo deve continuare e che la quantità di mercurio deve essere costantemente monitorata.
I dati rilevati dalla dieta degli Husky, infatti, ha dimostrato come la maggiore esposizione al mercurio avesse causato una diminuzione dei livelli di antiossidanti presenti nel corpo. E’ bene ricordare, che i pesci potenzialmente più a rischio sono quelli ai vertici della catena alimentare, più il pesce è grande, più potrebbe contenere mercurio.
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