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Poco sale in meno può salvare tante vite

Anche una piccola riduzione nel consumo di sale ogni giorno potrebbe significare minor numero di attacchi cardiaci, ictus e morte, hanno affermato dei ricercatori statunitensi i quali hanno stimato che tagli di almeno mezzo cucchiaino al giorno potrebbero evitare 92.000 morti e quasi 100.000 attacchi di cuore negli Stati Uniti ogni anno.

I ricercatori, della University of California, San Francisco, Stanford University Medical Center ed il Columbia University Medical Center, suggeriscono i benefici del taglio nell’assunzione di sale sono sullo stesso piano della riduzione del fumo. Le loro scoperte sono state pubblicate sul New England Journal of Medicine.

Le cifre dell’American Heart Association suggeriscono che il consumo di sale nella popolazione degli Stati Uniti è aumentato del 50% e la pressione sanguigna di quasi lo stesso importo dal 1970. L’autore Dr Kirsten Bibbins-Domingo, professore associato di medicina ed epidemiologia e co-direttore del Centro UCSF al San Francisco General Hospital, ha spiegato che:

Una riduzione molto modesta della quantità di sale, difficilmente rilevabile nel gusto del cibo, può avere importanti effetti benefici sulla salute. E’ stata una sorpresa vedere l’entità dell’impatto sulla popolazione, date le piccole riduzioni di sale che avevamo praticato.

Per lo studio, i ricercatori hanno utilizzato una simulazione al computer di malattie cardiache, come la malattia coronarica, che i ricercatori usano per stimare i benefici sulla salute pubblica che potrebbero derivare dai cambiamenti nello stile di vita. Con il modello hanno stimato che se gli americani avessero ridotto il loro consumo di sale ogni giorno di soli tre grammi al giorno, o circa mezzo cucchiaino da caffè (pari a circa 1.200 mg di sodio), il risultato sarebbe:

  • 11% in meno di nuovi casi di malattie cardiache;
  • 13% in meno di attacchi di cuore;
  • 8% in meno di ictus;
  • 4% di morti in meno.

Per gli afro-americani l’impatto potrebbe essere maggiore perché sono più inclini ad avere la pressione alta e possono essere più sensibili al sale. Per questo gruppo ci potrebbe essere il 16% in meno di nuovi casi di malattie cardiache e il 19 % in meno attacchi di cuore.

Spiega il co-autore il dottor Glenn M. Chertow, professore di medicina e capo della Divisione di Nefrologia presso la Stanford University:

Oltre alle sue prestazioni autonome sulla pressione sanguigna, ridurre l’assunzione di sale può aumentare gli effetti sugli agenti anti-ipertensione, e ridurre le complicanze associate al diabete, obesità e malattie renali.

Bibbins-Domingo hanno aggiunto che mentre è chiaro che dovrebbero ridurre le loro assunzione di sale, le persone trovano difficile farlo, perché la maggior parte delle sale che mangiano proviene da prodotti alimentari trasformati, non da quello che aggiungono. Una piccola modifica imposta all’industria alimentare dunque potrebbe portare effetti importanti sulla salute della popolazione.

[Fonte: Medical News Today]