Se siete in cura e state prendendo dei farmaci fate attenzione a ciò che bevete. Ad affermarlo è Fabio Firenzuoli, presidente dell’Associazione italiana dei medici fitoterapeuti (ANMFIT) e direttore del Centro di Medicina naturale presso l’ospedale di Empoli. Alcune bevande infatti, soprattutto quelle alla frutta, se consumate congiuntamente all’assunzione di farmaci possono generare effetti indesiderati.
I succhi di frutta a base di pompelmo ad esempio, a causa del loro contenuto di flavonoidi, possono impedire lo smaltimento di farmaci come le statine, i calcioantagonisti e la ciclospirina causando un loro eccessivo accumulo nell’organismo e, di consegueza, problemi muscolari, cali di pressione, palpitazioni e danni renali. Allo stesso modo è sconsigliato bere pompelmo se si stanno assumendo ansiolitici e farmaci contro le aritmie e l’asma bronchiale o farmaci anoressizzanti dei quali aumenta gli effetti tossici su cuore e sistema nervoso.
Precauzioni analoghe vanno poi adottate per i succhi a base di agrumi in generale, il cui consumo va ridotto al minimo.
Se invece soffrite di ernia iatale o siete in cura con farmaci anticoagulanti orali, evitate di bere tè. Nel primo caso infatti peggiora il reflusso gastroesofageo e nel secondo riduce l’efficacia dei medicinali. Sempre per chi assume anticoagulanti orali è anche sconsigliato il succo di mirtillo che, al contrario del tè, ne amplifica gli effetti esponendo al rischio di emoraggie.
Controindicato il succo di aloe per chi si sta sottoponendo a trattamenti chemioterapici e per chi si cura con antidiabetici orali. In quest’ultimo caso sconsigliato anche il succo di mirtillo che può interferire con l’azione di antidepressivi e antifiammatori.
Per finire ecco il consiglio dello stesso Firenzuoli:
In altre parole chi si sta curando con farmaci di sintesi è meglio che si disseti con un buon bicchiere d’acqua al naturale. Certamente meno gustoso e meno esotico, ma tanto più sicuro