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Dieta, inseribile tra i servizi coperti dal Sistema sanitario Nazionale?

 Il sistema sanitario italiano offre tante tipologie di terapia gratuita a seconda delle patologie riconosciute. Non potrebbe rientrare nello stesso anche un programma preventivo antiobesità? Immaginate cosa significherebbe se a passare i costi delle diete fosse il servizio sanitario nazionale.

Questa riflessione è stata fatta all’interno di Obesity 2010 (il meeting annuale dell’Obesity Society americana, n.d.r.) ed uno studio a tal riguardo è stato pubblicato sul Journal of the American Medical Association. Diamogli un’occhiata per vedere se effettivamente possa essere una ipotesi da prendere in considerazione anche nel nostro paese.

La sperimentazione ha riguardato più di 400 donne con età media di 44 anni e un indice di massa corporea di 34. Questa particolare tipologia di volontari è stata scelta proprio per vedere se l’approccio tipico di un trial clinico potesse risultare più efficace di un approccio di tipo commerciale. Spiegano i ricercatori:

Anche se i programmi commerciali per perdere peso sono popolari, ci sono scarse prove scientifiche sulle quali giudicare la loro efficacia .Soltanto pochi studi suggeriscono che alcuni programmi hanno il potenziale di promuovere un grado di perdita di peso che eguagli o superi il counseling di un esperto o l’intervento di un medico.

Gli scienziati della University of California di San Diego, esattamente come si fa per i medicinali, hanno diviso le donne in tre gruppi: un gruppo di controllo che si sottoponeva a due sessioni di incontri nel periodo di studio, veniva contattato mensilmente da consulenti e mangiava cibi preparati da sé. Gli altri due gruppi, invece, ricevevano i materiali e il cibo preconfezionato del programma per perdere peso. Uno era contattato periodicamente tramite telefonate, l’altro partecipava regolarmente a incontri organizzati.

Nessuna delle volontarie sosteneva delle spese per partecipare a questo programma, anzi ricevevano 25 dollari per ogni visita medica alla quale sottoponevano. Questi risultati: a due anni dall’inizio dello studio i membri del gruppo che partecipava agli incontri periodici avevano perso mediamente 7,4 chilogrammi; 6,2 invece i chili in meno per l’opzione telefonica; soltanto di 2 chili il calo registrato nel gruppo di controllo. A prescindere dal calo, in tutti è stato riscontrato un miglioramento del livello di colesterolo, dei trigliceridi e della proteina C reattiva.

Tornando alla domanda iniziale, se magari effettuato in una valutazione caso per caso, tale programma potrebbe rivelarsi funzionale anche nel nostro paese.

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Fonte: Corriere della Sera