Come ben sanno i patiti della dieta dimagrante consumare quantità eccessive di pasta e pane (cibi ricchi di carboidrati) non giova al mantenimento della linea. La spiegazione sarebbe custodita nel meccanismo cerebrale di regolazione della fame che tali eccessi addirittura danneggerebbero.
A sostenerlo è uno studio condotto all’università australiana di Monash dal neuroendocrinologo Zane Andrews. Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, le cellule nervose deputate alla regolazione della sensazione di appetito e sazietà, smettono di funzionare come dovrebbero a causa di un’alimentazione scorretta, caratterizzata dal consumo eccessivo di zuccheri e carboidrati. Ed è proprio il loro malfunzionamento che fa induce a mangiare di più e, quindi, ad ingrassare.
Come ha spiegato lo stesso autore della ricerca:
”Quando lo stomaco e’ vuoto un ormone (la grelina) segnala al cervello che siamo affamati. Se abbiamo gia’ mangiato, invece, si attivano dei neuroni detti Pomc, che inibiscono l’appetito. I radicali liberi attaccano questi neuroni, provocando degli squilibri nell’organismo umano”.
Mangiare troppi cibi ricchi di carboidrati e di zuccheri provocherebbe, secondo Andrews, il deterioramento (prematuro) dei suddetti neuroni Pomc che bloccano l’appetito.
”Più carboidrati si mangiano, più si danneggiano queste cellule, e si finisce per mangiare di più”.