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L’applicazione impropria dello smartphone può favorire i disturbi alimentari

Le applicazioni degli smartphone che ci aiutano a trovare ristoranti, calcolare le calorie, ecc., possono anche favorire i disturbi alimentari. Nelle mani sbagliate, le applicazioni e le altre tecnologie immediate possono far scattare un comportamento ossessivo, consentendo agli adolescenti e ai giovani costantemente di contare i kj e controllare il loro peso e l’assunzione di cibo, dicono gli esperti.

Questo è preoccupante. Tanti alle scuole superiori e tra gli studenti universitari hanno un iPhone o smartphone o BlackBerry e un’ondata di applicazioni, a persone con disturbi alimentari, può essere molto dannosa. E’ una combinazione di ossessività e di perfezionismo

ha spiegato il dottor Harry Brandt, direttore del Centro per i disturbi alimentari a Sheppard Pratt a Towson, Maryland. Preoccupante è anche la possibilità che le applicazioni per la perdita di peso e conteggio delle calorie potrebbero spingere alcuni ragazzi vulnerabili e giovani adulti verso l’anoressia o la bulimia.

Forse una donna che non soffre di anoressia nervosa, ma che comincia a monitorare molto attentamente tutti gli alimenti che mangia, la sua assunzione di chilojoule e il suo peso in modo molto rigoroso su una applicazione per iPhone, diventa così fissata da porsi come obiettivo di perdere sempre più peso, provando il successo di tale sforzo

ha spiegato Brandt. Altri esperti, anche se non hanno ancora visto un incremento nell’adozione-abuso delle applicazioni, hanno riconosciuto che una tendenza preoccupante.

Quando si inizia a perdere peso, si diventa sempre più affamati, si può diventare ossessivi su quello che si sta facendo. Spesso, una volta che le cose diventano sempre più ossessive, si diventa più stimolati e più rigidi

ha aggiunto Sara Forman, direttore del programma ambulatoriale sui disturbi del comportamento alimentare presso il Children’s Hospital di Boston. Le applicazioni basate su tecnologia possono fornire una cortina di fumo

per le persone che convincono sé stesse e gli altri che quello che stanno facendo è salutare

spiega il suo collega, dottor Michael Rich. Ma questa nuova preoccupazione deve inserirsi in un panorama più ampio della lotta al sovrappeso e all’obesità.

[Fonte: Health24]