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Declino cognitivo favorito da carenza di vitamina B12

La carenza di vitamina B12 potrebbe essere responsabile di un più rapido declino cognitivo, oltre che di demenza. A suggerirlo uno studio osservazionale condotto dai ricercatori del Jean Mayer USDA Human Nutrition Research Center on Aging (USDA HNRCA) presso la Tufts University, che ha coinvolto 549 uomini e donne.

La vitamina B12 (o cobalamina) è presente in piccole quantità soprattutto nella cane e nelle uova ed è fondamentale non soltanto per il metabolismo di carboidrati, grassi e proteine, ma anche per il mantenimento delle funzioni del sistema nervoso e la sintesi dell’emoglobina. La sua carenza, infatti, può causare l’anemia perniciosa e danni cerebrali. Il fabbisogno giornaliero consigliato è di 3 mg.

Gli esperti americani hanno sottoposto i partecipanti ad un breve elenco di domande e compiti utilizzato di solito per lo screening della demenza senile (MMSE Mini Mental State Examination). Successivamente, sono stati suddivisi in base ai livelli di cobalamina nel sangue in 5 gruppi e tenuti sotto osservazione per ben 8 anni. Come ha spiegato l’epidemiologa Martha Savaria Morris, che ha coordinato lo studio:

Gli uomini e le donne del penultimo gruppo non se la vedevano meglio in termini di disturbi cognitivi, rispetto a quelli con i peggiori livelli di vitamina B 12 nel sangue. Nel corso del tempo, i loro punteggi MMSE sono diminuiti altrettanto velocemente. Il rapido declino in neuropsichiatrica è una ben nota conseguenza di una grave carenza di vitamina B 12, ma i nostri risultati suggeriscono che effetti cognitivi negativi dei bassi livelli di vitamina B 12 possono influenzare una percentuale molto maggiore di anziani di quanto non si pensasse.

Dunque, se tutte le vitamine hanno un ruolo fondamentale per la salute del nostro organismo, non trascuriamo la cobalamina, essenziale soprattutto per il cervello. Inoltre, associata all’acido folico (vitamina B9) è in grado di abbassare i livelli di omocisteina, un aminoacido correlato a numerose patologie.

Via| Journal of the American Geriatrics Society; Photo Credit| Thinkstock