Sebbene l’endometriosi sia una patologia che investe pienamente l’apparato riproduttivo femminile mettendo a dura prova la fertilità di una donna e la possibilità di concepire, ciò non significa che non sia possibile rimanere incinte. Certo, la strada può essere più tortuosa rispetto ad una donna sana, ma questo non è sinonimo di impossibilità. Il tutto risiede nella gravità della malattia e nello stadio raggiunto dalla stessa.
La scelta davanti alla quale una donna affetta da endometriosi viene posta è essenzialmente una: ovvero quella di decidere tra il sottoporsi ad un intervento chirurgico o alla fecondazione assistita. I ricercatori da questo punto di vista, e lo hanno confermato nel meeting annuale della Mediterranean Society for Reproductive Medicine tenutosi in primavera e concentrato sul tema, non possono dare indicazioni ben precise.
Negli unici due studi condotti finora a tal riguardo infatti, la chirurgia, sebbene abbia in parte minimamente coadiuvato il concepimento nei primi due stadi della malattia, è risultata ben lungi dall’essere considerata risolutiva. La percentuale di gravidanze “in più” rispetto a chi non si è sottoposto a laparoscopia è infatti dell’8%, senza contare i rischi “di routine” di una operazione del genere.
Il miglior modo per una donna di rimanere incinta se affetta da endometriosi si rivela quindi il sottoporsi alla fecondazione assistita, fermo restando che la situazione della paziente lo consenta. Anche se in questo caso molte volte a intervenire è la paura delle donne di peggiorare l’andamento della malattia a causa della stimolazione ovarica e del correlato aumento degli ormoni estrogeni. In alcuni casi, se la malattia lo rende necessario, viene prima effettuata la laparoscopia e poi la fecondazione assistita. Ma è un cane che si morde la coda: spesso per eliminare le cisti a livello ovarico si riducono di molto le “scorte” di ovuli, abbassando comunque le possibilità di concepimento. Come spesso accade, per rimanere incinte in presenza di endometriosi è consigliabile un approccio personalizzato alla malattia valutato di caso in caso.
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